Nel 1970 la Brasserie Dupont decide di omaggiare alcuni dei suoi migliori clienti con una birra natalizia, dalla forte gradazione alcolica: la birra non ha un nome vero e proprio, ma reca semplicemente la scritta "Avec les bons vœux de la Brasserie Dupont", ovvero "con gli auguri della Brasserie Dupont". La birra ottenne un grande successo tra i clienti, e convinse il birraio Marc Rosier a commercializzarla regolarmente (a partire dal 1996, secondo quanto riporta Michael Jackson nel suo Great Beers of Belgium) utilizzando proprio quell'augurio come nome della birra. E' la Dupont dalla gradazione alcolica più alta (9.5%), oggi disponibile nei formati da 37.5, 75 cl. ed in fusto. Pare sia molto difficile trovare un accordo sulla categoria stilistica d'appartenenza: l'abbiamo trovata definita come saison (invernale), triple, strong ale ed anche barley wine.
Edizione 2010 (come marchiato sul tappo di sughero) quella che andiamo ad aprire; shelf life di cinque anni ma, dal confronto con esemplari più giovani, non sembra essere una di quelle birre che migliorano con il passare degli anni. Nel bicchiere si presenta di un bel color dorato carico velato, con sfumature arancio; generosa la schiuma, biancastra, fine e cremosa e dalla discreta persistenza. L'aroma non è particolarmente pronunciato, appare un po' stanco ed ha ovviamente perso il vigore e la speziatura della gioventù: c'è una lieve nota rustica , un po' terrosa e di cantina (polverosa), ma soprattutto miele d'arancio, albicocca disidratata e frutta candita (pesca, arancio).
In bocca stupisce subito per il modo in cui l'alcool viene nascosto; davvero impossibile scommettere sugli oltre 9 gradi dichiarati in etichetta. Il corpo è medio, discreta la carbonazione per un risultato finale molto gradevole e morbido in bocca. Troviamo note di crosta di pane, di miele, di frutta gialla (pesca ed albicocca) e di arancia; la dolcezza è molto ben bilanciata da una lieve acidità (lattica) che riesce a rendere la Bon Vœux molto scorrevole e quasi rinfrescante, al palato. Porta in dote una pulizia ed un equilibrio pressoché da manuale, ed è solamente alla fine, nel retrogusto ricco di frutta sotto spirito, che l'alcool si manifesta con un morbido tepore. Birra da manuale, gustosa e solida, che non dovrebbe mai mancare ad ogni Natale e che sparisce dal bicchiere con facilità presentando il conto al bevitore quando è ormai troppo tardi. Ma è doveroso anche citare questo interessante abbinamento sponsorizzato da Schigi: pasta e fagioli.
Formato: 75 cl., alc. 9.5%, lotto 102376 15:46, scad. 11/2015, pagata 5.44 Euro (beershop, Italia).
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