Non è esattamente una birra natalizia, ma il periodo dell'anno è comunque quello adatto per una corposa Struise Pannepeut; per parlare di questa birra dobbiamo obbligatoriamente rinviarvi ad un'altra, ovvero la Pannepot che abbiamo bevuto ad inizio anno. Se i due nomi sono molto simili, pensate che in origine lo erano ancora di più, con la Pennepeut che nacque chiamandosi Pannepøt; la lettera presa dall'alfabeto danese non è casuale. La prima Pannepøt venne infatti prodotta nel 2006, al Københavnske Øldage 2006, ovvero una one-shot che gli Struise prepararono per quel festival di Copenhagen. La differenza con la Pannepot non risiede solamente nella lettera "ø"; ci sono molte similitudini, è vero, ma da quanto si legge in giro vi sarebbe almeno un diverso mix di spezie a diversificare le due birre; vero anche che dei birrai (belgi, soprattutto) non bisogna fidarsi mai troppo. La Pannepøt ottenne comunque un buon successo in Scandinavia e convinse gli Struise a metterla in produzione regolare riuscendo, un pò più lentamente, a far poi breccia anche tra i bevitori belgi. Poco dopo il nome venne anche cambiato da Pannepøt a Pannepeut, per aiutare i clienti al di fuori della Scandinavia a meglio identificare le due birre.
Siamo quindi davanti ad una imponente (10%) Belgian Strong Ale, che venne prodotta presso gli impianti della Deca (a Vleteren), dove gli Struise si appoggiavano quando ancora non avevano impianti propri. La Pannepeut si presenta di un bel color marrone scuro, con leggeri riflessi ambrati; la schiuma è di dimensioni modeste, un po' grossolana, e vi sono piccole particelle di lievito in sospensione nel bicchiere. Aroma abbastanza complesso, vinoso (marsala, sherry) con una leggera ossidazione; datteri, uvetta, ciliegia sotto spirito, toffee, un lieve ricordo (dopo 5 anni) di spezie. Splendida in bocca, piena e molto poco carbonata, morbida, ricca, oleosa, davvero appagante. Il gusto non di discosta più di tanto dall'aroma, con un carattere di vino liquoroso, dolce e caldo, ricco di uvetta e prugne; l'alcool ha una presenza tutto sommato morbida e discreta, mai sopra le righe. La marcata dolcezza viene comunque ben equilibrata da una lieve acidità finale e da una timida nota amaricante che ricorda la china; termina lunghissima, con un retrogusto etilico ricco di frutta sotto spirito. Una bottiglia che ha ormai virato nel territorio dei vini liquorosi, leggermente ossidata, ma che regala ancora grosse soddisfazioni, soprattutto se (come al sottoscritto) vi piacciono i vini come sherry, marsala, porto, i passiti. Perse negli anni le spezie di gioventù, è una birra da sorseggiare lentamente a fine pasto che mostra gli anni senza aver perso in vigore ed in struttura. E' ancora potente e rotonda, avvolgente, da bere lentamente in tutta tranquillità.
Formato: 33 cl., alc. 10%, lotto B, scad. 03/2015, pagata 4.90 Euro (beershop, Italia).
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