Negli ultimi mesi vi ho presentato alcuni birrifici tedeschi che, accanto alle loro produzioni classiche, hanno introdotto quelle che in Germania vengono chiamate Gourmet-Bier, un nome un po' pretenzioso che coincide in Italia con quello di "birra artigianale": il target sono dunque gli abbinamenti gastronomici, e gli stili proposti sono spesso quelli anglosassoni. Evidentemente queste birre, spesso proposte a prezzo più elevato, riscuotono successo visto che sono sempre più i birrifici che iniziano a produrle, per recuperare con questi prodotti premium, che permettono una marginalità più elevata, i minori introiti derivanti dall'ormai cronico calo dei consumi di birra. Riegele, Rittmayer e Riedenburger Brauhaus sono un paio degli esempi che vi ho presentato, ma ce ne sarebbero molti altri.
Ecco ad esempio la Privatbrauerei Bosch di Bad Laasphe, località termale della Renania che si trova 130 chilometri a nord di Francoforte o, se preferite, 129 ad est di Colonia. Fondata da Johann Friedrich Schuppert nel 1705, è ormai da undici generazioni di proprietà della famiglia Bosch; gli attuali condottieri sono Hans-Christian & Hans-Eberhard Bosch. Oggi accanto alle classiche Pils, Maibock, Doppelbock, Lager, Weizen e Schwarzbier (chiamata però Porter !), esiste anche la gamma chiamata Propeller, che offre attualmente una IPA chiamata Aufwind ed una imperial stout chiamata Nachtflug.
Il volo notturno (Nachtflug) è effettivamente di colore nero, senza nessuna concessione al marrone; la schiuma nocciola è fine e cremosa, ed ha una buona persistenza. L'aroma è ottimo; intenso e pulito, sorprende per la predominanza di sentori luppolati (agrumi, soprattutto pompelmo) rispetto a quelli maltati. C'è comunque un complesso sottofondo fatto di tabacco e cenere, frutti di bosco, fruit cake, rum, canditi e pane nero; l'assenza di caffè e di tostature è comunque sorprendente. Il gusto non riporta certamente le cose sulla retta via, riproponendo pompelmo ed agrumi in prima linea, ed in secondo piano le note di fruit cake, liquirizia e pane nero; non c'è caffè ed il finale amaro brilla di resina piuttosto che di tostature. Morbida e poco carbonata, dal corpo medio, rivela una bella intensità che non compromette la facilità di bevuta. L'alcool (9.1%) è davvero molto ben nascosto in una bevuta che soddisfa pur spiazzando un po' il bevitore: il risultato non è esattamente quello che mi aspetto di trovare nel bicchiere quando stappo una imperial stout. Più luppolo che malto quindi: birra che non sembra particolarmente adatta a lunghi soggiorni in cantina.
Formato: 3 cl., alc. 9.1%, scad. 02/2017, pagata 2.88 Euro (beershop, Germania).
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