Aprire una Fantôme è sempre un’esperienza: l’estroso e imprevedibile birraio Dany Prignon fa si che ogni birra, anche se porta lo stesso nome, può essere completamente diversa dall'altra. In teoria dovresti sapere cosa c’è nella bottiglia, ma quando la versi nel bicchiere ti potresti accorgere che è completamente diversa, magari anche nel colore, da quella che avevi bevuto poche settimane prima. Alcune bottiglie, soprattutto se le acquistate direttamente in Belgio, non riportano lotto di produzione, data di scadenza e neppure la gradazione alcolica: la costanza produttiva non è certamente il punto forte di questo birrificio belga, le cui produzioni spesso oscillano tra il capolavoro ed il disastro. Ultimamente, devo riconoscerlo, i disastri sono pochi.
Prendiamo ad esempio questa bottiglia di Dark White, che rappresenta in tutto e per tutto quanto ho appena scritto: nessuna informazione in etichetta su alcool, lotto e scadenza; mi affido a Ratebeer che mi conduce alla BBB Dark White, etichetta praticamente uguale non fosse per l’assenza delle tre consonanti. Ne dichiara un ABV del 4.5%, e subito mi pento di averla dimenticata in cantina per qualche mese, in quanto non sembra certamente una birra da invecchiamento. Approfitto allora di una di queste insolitamente calde giornate primaverili per aprirla e rimediare alla colpa: mi aspetto un birra leggera, rinfrescante, probabilmente acidula e più o meno bruttata.
Il suo nome (Bianco Scuro) si traduce in una birra che nel bicchiere appare intensamente ambrata ed opaca, con qualche riflesso ramato; la schiuma ocra è molto generosa e cremosa, compatta, molto persistente. L’aroma è dolce, fatta eccezione per una leggera punta di lattico, ed ha una buona intensità fatta di biscotto e toffee, zucchero caramellato e quel “fragole con la panna” che è un po’ il marchio di fabbrica delle migliori Fantôme. Impossibile invece credere al palato che questa sia una “session beer” dall’ABV del 4.5%: ormai sono in ballo e me la gioco, accusando un po’ il colpo a fine bottiglia. A posteriori trovo su un sito di un importatore brasiliano che la Dark White avrebbe un ABV del 10%: ipotesi plausibile. Il gusto offre caramello, uvetta, prugna sotto spirito e zucchero candito per un inizio piuttosto dolce che viene poi miracolosamente bilanciato da una perfetta acidità e da una nota quasi impercettibile di mandorla amara. L’alcool non si avverte più del dovuto, e la bevuta procede con una velocità abbastanza pericolosa: quando la birra si scalda emerge qualche nota vinosa, e nel retrogusto anche un lieve torrefatto che sia porta dietro una suggestione di cioccolato, il tutto accompagnato da un tiepido e morbido alcool warming, enfatizzato dal pepe, la cui presenza si era peraltro già fatta sentire in modo meno evidente per tutta la bevuta. Questa Dark White risulta in verità un po’ più complessa da decifrare, benché piuttosto pulita in bocca: mi sono affidato a dei descrittori “familiari” che non le rendono completa giustizia e non coprono tutto il suo intricato percorso gustativo. Non è la migliore Fantome che ho bevuto, ma il risultato è comunque molto godibile.
Formato: 75 cl., alc. 10% ?, lotto e scadenza non riportati, pagata 7.60 Euro (beershop, Belgio).
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
Nessun commento:
Posta un commento