Altro debutto sul blog, quello del birrificio Mystic di Chelsea, periferia di Boston, Massachusetts. Viene fondato da Bryan Greenhagen e la moglie Emily nel 2011, ispirati da un viaggio di nozze in Belgio: Bryan si lascia alle spalle una quindicina d’anni di (medagliato) homebrewing e un dottorato in Agraria al Massachusetts Institute of Technology per mettere in piedi quello che non è esattamente un birrificio, ma che si potrebbe simpaticamente definire un “fermentificio o (fermentorium)”.
Il mosto delle birre viene infatti prodotto altrove (soprattutto alla Pioneer Brewing di Sturbridge) e viene poi trasportato alla Mystic dove viene messo a fermentare: “ho preferito investire il tempo e soprattutto i soldi nello sviluppo di un ceppo di lievito e nell’acquisto di botti, piuttosto che su un impianto per fare la birra” ammette Bryan e “al tempo stesso abbiamo anche iniziato a coltivare lieviti spontanei, che crescono qui, si adattano nell’ambiente in cui lavorano e pian piano si stabilizzano”.
In società entra da subito al 50% il birraio Adam Threlkeld, plurimedagliato ex-homebrewer nonché giudice certificato BJCP; l’ultimo arrivato a dare una mano è il birraio Alastair Hewitt, eletto nel 2008 homebrewer dell’anno del New England e nel 2009 Master Championship of Amateur Brewing.
Visto l’amore per il Belgio, Mystic debutta a maggio 2011 omaggiandone la tradizione con la Mystic Saison. Proprio nelle scorse settimane Bryan Greenhagen ha annunciato un piano di espansione che porterà all’installazione di un vero e proprio impianto produttivo, operativo da maggio 2015, e nuovi spazi che permetteranno di quadruplicare le possibilità di affinamento i botte (si parla di un migliaio).
“Figlia” in un certo senso minore della Mystic Saison del debutto è la Table Beer, se non erro prodotta da inizio 2013, e ispirata alla “birre da tavolo” a bassa gradazione alcolica che venivano consumate al posto della poco salubre acqua nei secoli scorsi. In verità la gradazione alcolica (4.3%) di questa Table Beer non è particolarmente “bassa”, se la confrontiamo con quella che era ad esempio la media nel secolo diciannovesimo, intorno al 3%.
Si presenta di colore arancio pallido, opaco, ed una bella testa di cremosa schiuma bianca, fine e compatta, dall’ottima persistenza. Il naso è dominato dal lievito proprietario della casa (Renaud) e offre un bouquet abbastanza intenso e piuttosto pulito composto da spezie (pepe, coriandolo, un tocco di zenzero), scorza d’arancio, banana e miele, lieve crosta di pane. C’è anche una leggera e familiare nota acidula che, sebbene l’etichetta non riporti la lista degli ingredienti, mi sembra sia derivante dell’utilizzo di una buona parte di frumento. In bocca arriva vivacemente carbonata e molto leggera, con un’acquosità evidentemente ricercata che però si traduce alla fine nella sensazione di una birra po’ sfuggente; non è indicata la data di produzione, ma il lotto “003” indicato in etichetta mi riporta ad inizio del 2014, con qualche ricerca in internet. Bottiglia poco fresca quindi, con oltre 12 mesi di vita che non sono certamente l’ideale per una birra dalla gradazione alcolica (4.3%) contenuta. Il gusto è pulito ma non particolarmente intenso, con pane, crackers, arancio, banana e una lieve speziatura di coriandolo: la “debolezza” si avverte soprattutto a fine corsa, dove questa Table Beer scappa via troppo veloce, quasi scomparendo, con un finale molto corto e fiacco dove s’intravede giusto una punta di amaro (scorza d’arancio, erba).
Grande facilità di bevuta, bene la scorrevolezza, c’è complessivamente eleganza ma onestamente quello che manca è l’intensità, anche se si tratta di una birra “sessionabile”: gli esempi di birre dalla bassa gradazione alcolica e dall’ottima intensità non mancano (vedi ad esempio qui, qui, qui e qui, tanto per restare in tema belga) e quindi la bevuta di questa Table Beer risulta solamente discreta, almeno dopo un anno di vita.
Formato: 75 cl., alc. 4.3%, IBU 21, lotto 003, scad. non riportata, pagata 9.62 Euro.
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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