Della Private Landbrauerei Schönram vi avevo già parlato in questa occasione; il birrificio che si trova a Schönram, Baviera meridionale, a pochi chilometri dal confine con l’Austria e da Salisburgo, è di proprietà della famiglia Oberlindober ma si affida da una quindicina di anni al birraio americano Eric Toft, nato in Wyoning ed arrivato in Germania per diplomarsi birraio all’Università di Weihenstephan, dopo essere transitato per l’Inghilterra e per il Belgio. Eric è anche rappresentante della German Hop Growers Association, e da buon americano ha portato con se l’amore per birre molto luppolate; leggo che dal suo arrivo le vendite alla Schönram sono raddoppiate, ottimo risultato se si considera che il consumo di birra nel mercato tedesco è da molti anni in costante calo.
Toft viene in un certo senso considerato il “pioniere” della rivoluzione “craft” che sta lentamente prendendo il via non solo in Baviera ma in tutta la Germania: la rivoluzione al momento significa soprattutto guardare agli Stati Uniti: personalmente non sono rimasto particolarmente impressionato di quanto ho assaggio sino ad oggi. Al momento mi sembra che i birrai tedeschi riescano ancora a fare (molto) meglio le birre della propria tradizione delle altre.
Ma torniamo ad Eric Toft che, pioniere in Baviera, ha anche svolto opera di consulenza presso altri birrifici: ad esempio sue sono le ricette realizzate poi dalla Camba Bavaria di Truchtlaching della Conatus – Eric’s IPA e della Camba Bavaria Imperial Stout. Per la propria Landbrauerei Schönram, il birraio americano ha invece realizzato la Schönramer Imperial Stout.
Praticamente nera nel bicchiere, forma un bel cappello di schiuma beige, fine e cremosa, molto persistente. L’aroma non è di quelli che ti fanno comparire il sorriso sulle labbra: intensità piuttosto dimessa, emergono soprattutto i sentori di pane nero, in buona parte tostato, con (molto) in sottofondo una lieve presenza di mirtilli, caramello e caffè. E’ una Imperial Stout che al palato predilige la scorrevolezza, rispettando la tradizione tedesca, senza irrobustire o complicare troppo le cose: corpo medio, oleosa, poche bollicine. Discretamente pulita in bocca, è ben equilibrata tra il dolce di caramello e frutta sotto spirito (prugna) e l’amaro delle tostature (pane nero, orzo) e della liquirizia. Sebbene la bevuta non necessiti di grossi sforzi, l’alcool è comunque ben avvertibile e personalmente avrei gradito un po’ più di cremosità/consistenza a supporto dell’ABV dichiarato del 9.5%.; nel finale si manifesta anche un po’ di caffè con relativa acidità, ma né questo né le tostature conclusive sono particolarmente raffinate (se avete ordinato un caffè lungo in Germania, avete un’idea di cosa intendo). Lascia comunque un retrogusto dalla discreta persistenza, ben equilibrato tra liquirizia, caramello ed intense tostature/caffè.
L’Imperial Stout di Schönramer è una discreta birra, con ampi margini di miglioramento: ulteriore supporto alla mia attuale convinzione che in Germania è ancora meglio bere la tradizione tedesca piuttosto che le loro interpretazioni degli stili anglosassoni. Sono ovviamente in attesa di essere felicemente smentito.
Formato: 33 cl., alc. 9.5%, lotto 14:18, scad. 30/01/2029, pagata 3.03 Euro (beershop, Germania)NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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