Nuovo debutto sul blog, quello del Birrificio Finalese, brewpub attivo da Luglio 2012 nel “caruggio” via Garibaldi di Finale Ligure Marina e guidato dal birraio Piero Cavalleri. Impianto da cinque ettolitri a vista e birra che viene spillata direttamente dai maturatori all’interno dei locali; la produzione parte con una American Pale Ale, una ESB Special bitter ed una Hefeweizen; se non erro l’ultima arrivata è invece la India (Pale Ale). Il brewpub è aperto dal giovedì alla domenica, con la possibilità di acquistare anche bottiglie da asporto. Altre informazioni in rete non ne ho trovate, e quindi passo all’assaggio della India Pale Ale.
Non inganni la foto, lei arriva nel bicchiere di un colore che si colloca tra l’arancio ed il dorato, opaco; la schiuma biancastra, sebbene un po’ grossolana, è molto persistente. L’aroma non è particolarmente intenso ma è pulito ed offre i profumi dell’arancio e del pompelmo, lasciando in secondo piano quelli erbacei e “vegetali”. Personalmente non posso che apprezzare la scelta del birraio di realizzare una IPA snella e secca, senza nessun dolcione caramelloso a supportare una generosa luppolatura: anche l’amaro (vegetale, zesty) qui è dosato con parsimonia ma, anziché diventare il protagonista della chiusura, tende un po’ a perdersi. Timido? Sì, ma è una caratteristica che si potrebbe attribuire a tutta questa birra.
Il corpo molto leggero (pane e miele) e la sua consistenza acquosa massimizzano la facilità di bevuta dando però la sensazione di fuggire un po’ troppo velocemente: dopotutto nel bicchiere non c’è una Session IPA dal 3% ma una birra che di alcool in percentuale ne fa 6. Perdonabile il leggerissimo diacetile e la lieve astringenza, le idee di realizzare una buona IPA secca e agrumata ci sono, quello che manca è un po’ più di carattere e personalità che – attenzione - non sono incompatibili con la facilità di bevuta.
Comprendo la scelta di realizzare una IPA abbastanza docile soprattutto per chi capita nel brewpub occasionalmente e non è ancora abituato a certi livelli di amaro: senz’altro apprezzeranno. Chi invece naviga già da un po’ di tempo nel mondo della cosiddetta birra artigianale o chi continua ad ordinare “la più amara che c’è” avrà probabilmente impressioni simili alle mie.
Formato: 75 cl., alc. 6%, lotto 01/15, scad. 02/2016, pagata 8,00 Euro (enoteca, Italia).NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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