
“Radici nel vino” ovvero – utilizzando la descrizione del birrificio stesso - “una strong ale invecchiata in botti di Nebbiolo della Valtellina, con aggiunta di ”cioccolato” di carruba. Viene fatta fermentare una prima volta in tino di acciaio e quindi fermentata di nuovo in barrique con aggiunta di polpa di carruba a dare lo zucchero e di malto caramello a dare il corpo, e impiego di lievito da vino bianco; la birra ottenuta è lasciata maturare in legno 6-8 mesi, dove acidifica, e altrettanti in bottiglia”.
Si presenta di un luminoso e limpido color ambrato carico, con riflessi rossastri e ramati; in superficie forma una piccola schiuma a bolle grosse, biancastre, che svanisce quasi immediatamente. L’aroma è interessante e ricco, molto pulito ed intenso, e rappresenta effettivamente una porta d’accesso nel territorio dei vini liquorosi e marsalati, dei passiti: uvetta, frutti di bosco (soprattutto mirtillo e fragola), ciliegia sciroppata, zucchero caramellato. Più in secondo piano si scorgono i sentori del legno, della prugna disidratata, dell’aceto di mela e di pasticceria (immaginate una torta di fragole e ciliegie).

E’ una sour ale piuttosto docile, adatta quindi anche a chi non ha abitudine all’acido, che affonda come da nome le proprie radici nel vino: l’impressione che si ha bevendola è che queste siano molto profonde, al punto di aver messo un po’ troppo in disparte la birra. Il livello complessivo è buono, soprattutto se lasciata adeguatamente riscaldare nel bicchiere ma, più che una completa soddisfazione ,lascia piuttosto intravedere un bel potenziale ancora non del tutto espresso.
Formato: 33 cl., alc. 9.5%, lotto 1/12, scad. 01/2017, pagata 5.35 Euro (beershop, Italia).
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