Secondo appuntamento con la Polonia: dopo AleBrowar di qualche giorno fa è il momento di Doctor Brew, un'altra beerfirm (come la maggior parte dei protagonisti dell'avanguardia polacca) che produce presso gli impianti della Browar Bartek a Gołuchów. Doctor Brew è invece nata 150 chilometri a sud-ovest, a Wroclaw, dove si sono incontrati Marcin Olszewski e Lukasz Lis, entrambi ex-homebrewer che nel 2013 hanno trasformato il loro hobby in una professione. Che i due "dottori" siano ispirati dalle birre americane non è certo un mistero, basta guardare la lista delle birre prodotte in soli due anni: IPA, Double IPA, Single Hop IPA con qualche (American) Barley Wine ed Imperial Stout. a rompere la monodia. L'annuale classifica di Rabeer pubblicata ad inizio anno, per quel che vale, ha proclamato Doctor Brew come "Best New Brewery" polacca del 2014; ai festival birrari la beerfirm si fa senz'altro notare per la presenza di infermiere/dottoresse che vi spillano la birra vestite in camice bianco.
Con mia grande sorpresa Doctor Brew mi ha contattato per inviarmi alcune delle loro birre da assaggiare direttamente dalla Polonia: iniziamo quindi dalla American IPA, che a voler essere pignoli esattamente "americana" non è, almeno nella forma. La sostanza si rivelerà poi corretta. L'unico luppolo a stelle e strisce che la ricetta prevede è infatti il Cascade, affiancato da Galaxy (Austrialia), Magnum (Germania) e Motueka (Nuova Zelada). I malti sono Pale Ale, Caramel e frumento.
Nel bicchiere arriva ambrata opaca, con qualche riflesso arancio: ottima la persistenza della schiuma biancastra, cremosa e compatta. La bottiglia è giovane e l'aroma lo riflette, fresco, pungente e carico soprattutto di pompelmo con ananas, resina, caramello e un po' di "dank" in sottofondo; davvero notevole l'intensità, mentre pulizia ed eleganza sono ad un buon livello ma migliorabili. In bocca è morbida e scorrevole, con corpo medio e una carbonazione abbastanza bassa: biscotto e caramello sono la base necessaria per sostenere l'abbondante luppolatura che, dopo il pompelmo ed un leggero fruttato tropicale, accelera con un finale amaro resinoso e lievemente terroso di ottima intensità. Più vicina alle interpretazioni della costa ad est che di quella ad ovest Americana, porta in dota un'ottima freschezza che le fa perdonare una pulizia ed un eleganza che potrebbero essere migliori. E' una IPA che si beve con gusto e con grande facilità: affinandola e limando un po' gli spigoli può davvero diventare ottima.
Il livello sale con la Double IPA, più alcolica (8%) ma comunque lontana da quegli estremismi a doppia cifra che spesso ci vengono proposti. Centennial, Magnum, Cascade, Summer ed Amarillo sono i luppoli impiegati, mentre i malti sono gli stessi della sorella minore; anche l'aspetto è piuttosto simile. Al naso c'è una bella freschezza che permette di apprezzare pompelmo, aghi di pino, ananas, mango, papaia, lampone, litchi e melone: pulizia e finezza sono senz'altro superiori all'American IPA. Il mouthfeel è molto buono, con corpo medio ed una bella morbidezza che però sacrifica qualche bollicina, che invece avrei personalmente apprezzato. Il gusto è un po' meno pulito rispetto all'aroma, ma offre una bella intensità fatta di biscotto e caramello, frutta tropicale (mango, melone), pesca ed un finale amaro resinoso e vegetale. Double IPA molto equilibrata, in cui la freschezza gioca un ruolo fondamentale: il dolce della frutta bilancia benissimo l'amaro senza sconfinare in dolcioni o in marmellate, ed il palato ne trae giovamento. Molto ben gestito anche l'alcool, che dà il suo contributo solamente a fine corsa, senza mai disturbare la bevuta.
Due birre di buon livello, con la Double IPA indubbiamente più raffinata ed elegante: nata neppure due anni fa, la beerfirm si dimostra interessante e, sebbene di IPA in giro ce ne siano sin troppe, è sempre un piacere berle quando sono fresche e fatte bene. Apprezzato anche il formato da 50 cl., ormai (ahimè) ormai quasi abbandonato dai produttori italiani. Bottiglie in scadenza ma ancora freschissime, a testimonianza di una shelf life molto corta (credo 2-3 mesi) che Doctor Brew giustamente impone a questo tipo di birre. In Polonia mi dicono che finiscono prima di scadere, vista l'elevata richiesta; in Italia, se v'interessa, potete eccezionalmente trovare qualche bottiglia qui.
Nel dettaglio:
American IPA, formato 50 cl., alc. 6.2%, IBU 90, scad. 30/06/2015.Double IPA, formato 50 cl, alc. 8%, IBU 99, scad. 01/07/2015.
Nessun commento:
Posta un commento