Duemilaequindici ricco di novità, per il birrificio Toccalmatto di Fidenza: non solo nuove collaborazioni, come avvenuto nel 2014, ma soprattutto l'inaugurazione del nuovo stabilimento produttivo, che ha significato oltre ad una maggiora capacità produttiva anche il tanto atteso arrivo del formato 33, proprio quello che non troppi anni il "patron" Bruno Carilli dichiarava che non avrebbe mai fatto. Lo scarso successo della cosiddetta "birra artigianale" nei ristoranti e la buona diffusione nei bar, nei pub e nei beershop lo ha evidentemente convinto ad affiancare al classico formato da 75 anche quello più piccolo.
Tra le prime 33 ad arrivare sul mercato c'è subito una novità, la prima Session IPA targata Toccalmatto, chiamata Skianto (Session e Carnazza) e palesemente dedicata al gruppo capitanato da Roberto "Freak" Antoni, che nel 1978 fece uscire la canzone "Io ti amo da matti", nella quale si inneggiava a "sesso e carnazza", contenuta nell’album chiamato MONO Tono.
Pronta strategicamente in tempo per fronteggiare l’imminente stagione estiva, per la propria “Session IPA” Toccalmatto sceglie una generosa luppolatura di Huell Melon e Equinox: se avete di recente provato la Duvel Tipel Hop 2015 che si trova in questo periodo sugli scaffali di qualche supermercato, troverete profumi familiari.
Sotto ad un bianchissima schiuma abbastanza persistente, il bicchiere si colora di dorato velato piuttosto pallido, quasi paglierino. Bottiglia molto fresca ed aroma che sprigiona eleganti e pungenti sentori di agrumi gialli e verdi (lime, limone, cedro, limonata) che lasciano spazio solamente ad un tocco di ananas in sottofondo. Leggerissima in bocca, con le giuste bollicine, ha un gusto che rispetta quasi in pieno i dettami di questo “nuovo” sotto-stile: base maltata (crackers) appena percepibile, tantissima frutta con abbondanza di agrumi che vanno a comporre una sorta di succo di frutta estremamente dissetante e un po’ ruffiano.
Nel caso della Skianto c’è coerenza con l’aroma (limone, lime, cedro e pompelmo) ed una remota dolcezza (albicocca, ananas) a bilanciare l’intenso agrumato: il finale è ovviamente zesty e secchissimo, amaro quanto basta. Una birra profumatissima volutamente portata all’estremo punto d’incontro tra birra ed un cocktail di frutta: pur con qualche lieve sconfinamento di troppo nell’acquoso, trova comunque un buon punto d’incontro tra intensità e necessità di essere leggera e scorrevole come l’acqua e portare quel necessario refrigerio nella stagione più calda dell’anno, evaporando rapidamente dal bicchiere. Risultato che peraltro si può anche ottenere con una “normale” Golden Ale, ma se la moda di chi beve chiama “Session IPA”, per chi produce diventa necessario rispondere e stare al passo dei tempi.
Mantenuti in pieno gli elevati standard del birrificio di Fidenza: ottima pulizia, abbondante luppolatura comunque ben “pensata” (difficile qui parlare di equilibrio) e, purtroppo, fascia di prezzo: i quasi 15 Euro al litro sono palesemente all’opposto del concetto di “bevuta seriale” e fanno sì che la “sessione” sia abbastanza corta. Un problema che riguarda trasversalmente tutta la birra di “qualità” italiana, ma che forse trova in questa “session” di Toccalmatto la punta dell’iceberg: Session o Double IPA che sia, il prezzo rimane più o meno lo stesso. E' sempre difficile fare confronti con altri paesi e l’Italia non rende le cose facili ai nostri birrai, ma secondo me dovremmo utilizzare il termine “session” solo quando anche nel nostro paese avremmo delle birre come queste a dei prezzi simili. Per adesso, limitiamoci al “poca ma buona”.
Formato: 33 cl., alc. 4.3%, lotto 15019, scad. 15/05/2016, pagata 4.80 Euro (birrificio).Tra le prime 33 ad arrivare sul mercato c'è subito una novità, la prima Session IPA targata Toccalmatto, chiamata Skianto (Session e Carnazza) e palesemente dedicata al gruppo capitanato da Roberto "Freak" Antoni, che nel 1978 fece uscire la canzone "Io ti amo da matti", nella quale si inneggiava a "sesso e carnazza", contenuta nell’album chiamato MONO Tono.
Pronta strategicamente in tempo per fronteggiare l’imminente stagione estiva, per la propria “Session IPA” Toccalmatto sceglie una generosa luppolatura di Huell Melon e Equinox: se avete di recente provato la Duvel Tipel Hop 2015 che si trova in questo periodo sugli scaffali di qualche supermercato, troverete profumi familiari.
Sotto ad un bianchissima schiuma abbastanza persistente, il bicchiere si colora di dorato velato piuttosto pallido, quasi paglierino. Bottiglia molto fresca ed aroma che sprigiona eleganti e pungenti sentori di agrumi gialli e verdi (lime, limone, cedro, limonata) che lasciano spazio solamente ad un tocco di ananas in sottofondo. Leggerissima in bocca, con le giuste bollicine, ha un gusto che rispetta quasi in pieno i dettami di questo “nuovo” sotto-stile: base maltata (crackers) appena percepibile, tantissima frutta con abbondanza di agrumi che vanno a comporre una sorta di succo di frutta estremamente dissetante e un po’ ruffiano.
Nel caso della Skianto c’è coerenza con l’aroma (limone, lime, cedro e pompelmo) ed una remota dolcezza (albicocca, ananas) a bilanciare l’intenso agrumato: il finale è ovviamente zesty e secchissimo, amaro quanto basta. Una birra profumatissima volutamente portata all’estremo punto d’incontro tra birra ed un cocktail di frutta: pur con qualche lieve sconfinamento di troppo nell’acquoso, trova comunque un buon punto d’incontro tra intensità e necessità di essere leggera e scorrevole come l’acqua e portare quel necessario refrigerio nella stagione più calda dell’anno, evaporando rapidamente dal bicchiere. Risultato che peraltro si può anche ottenere con una “normale” Golden Ale, ma se la moda di chi beve chiama “Session IPA”, per chi produce diventa necessario rispondere e stare al passo dei tempi.
Mantenuti in pieno gli elevati standard del birrificio di Fidenza: ottima pulizia, abbondante luppolatura comunque ben “pensata” (difficile qui parlare di equilibrio) e, purtroppo, fascia di prezzo: i quasi 15 Euro al litro sono palesemente all’opposto del concetto di “bevuta seriale” e fanno sì che la “sessione” sia abbastanza corta. Un problema che riguarda trasversalmente tutta la birra di “qualità” italiana, ma che forse trova in questa “session” di Toccalmatto la punta dell’iceberg: Session o Double IPA che sia, il prezzo rimane più o meno lo stesso. E' sempre difficile fare confronti con altri paesi e l’Italia non rende le cose facili ai nostri birrai, ma secondo me dovremmo utilizzare il termine “session” solo quando anche nel nostro paese avremmo delle birre come queste a dei prezzi simili. Per adesso, limitiamoci al “poca ma buona”.
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
sempre sia lodata la XX !
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