Si appresta a compiere il suo quindicesimo compleanno la Brasserie Artisanale de Rulles, aperta nel 2010 da Gregory Verhelst nell’omonimo villaggio del Lussemburgo belga e nella regione della Gaume; qui, all’inizio del diciannovesimo secolo vi erano ben cinquanta birrifici, poi ridotti a solamente due nel 1990 (Orval e la Brasserie Gigi).
Ex chimico con la passione dell’homebrewing, Gregory inizia a pensare seriamente alla produzione di birra solo nel 1998, con una Blonde che viene minuziosamente perfezionata nel garage di casa; il debutto commerciale avviene due anni dopo, quando i minuscoli impianti produttivi trovano posto in una vecchia casa di campagna riadattata, ai bordi della strada principale del paese. Lui è uno dei primi in Belgio ad iniziare ad utilizzare – in tempi non sospetti, lontano dalle mode – i luppoli americani nelle proprie birre; è la Rulles Estivale del 2004 che colpevolmente non bevo da troppo tempo. Devo rimediare.
Il loro utilizzo è tuttavia rispettoso della tradizione belga, senza nessuna intenzione di rinnegarla ma solamente di “rinfrescarla” con un po’ di aria nuova: niente estremismi, la birra per Gregory dev’essere sempre e comunque equilibrata e facile da bere. La Brasserie de Rulles da allora ha iniziato un lento ma continuo percorso di crescita produttiva (e relativo ingrandimento degli impianti) che ha visto l’Italia come uno dei suoi mercati principali delle relativamente poche birre prodotte: perché, secondo quanto afferma Gregroy, non c'è continuamente bisogno di novità. Le etichette sono tutte realizzate dal fidato Palix, alias Pierre-Alexandre Haquin, disegnatore ed illustratore che per l’occasione ha creato un campesino chiamato Marcel le Rullot.
Nel 2010, per celebrare il secondo lustro di vita, La Rulles realizza La Grande 10, che viene poi replicata (quasi) ogni anno; una birra dalla gradazione alcolica importante dietro la quale vi è però una ricetta volutamente semplice: acqua, un ceppo di lievito, un tipo di malto e un luppolo: 100% malto Pilsner e luppoli che variano di anno in anno. Simcoe e Warrior per la prima edizione, mentre il millesimo 2015, prodotto in gennaio e messo in vendita a marzo, è stato utilizzato il luppolo alsaziano Aramis.
La Grande 10 del 2013 all'aspetto è di color arancio opaco, con qualche riflesso dorato ed un solido cappello di schiuma avorio, cremosa e dall'ottima persistenza. L'aroma non è particolarmente intenso ma rivela un'ottima pulizia ed un bouquet dolce composto da pesca ed albicocca, ananas, frutta candita, miele; la schiuma regala una nota di pepe, mente all'alzarsi della temperatura emerge un po' di alcool. Il gusto segue quasi fedelmente i profumi, riproponendo canditi, pesca (sciroppata) ed albicocca, miele, ananas. La partenza è molto dolce ma viene magistralmente bilanciata da una buona secchezza e da una splendida, leggera acidità che la rende a tratti quasi rinfrescante; la bevibilità, considerata la gradazione alcolica, è ottima, con l'alcool a dare il suo contributo in modo discreto e mai bruciante. Il corpo è medio, con poche bollicine ed una generale sensazione di morbidezza al palato. La chiusura è leggermente amara (resina e pompelmo) con - di nuovo - una funzione equilibrante più che caratterizzante: a posteriori direi che non sia una birra da invecchiare e sicuramente i due anni dall'imbottigliamento non l'hanno migliorata. Mantiene comunque un ottimo equilibrio e si congeda con un morbido retrogusto dolce di frutta sciroppata e sotto spirito. Molto pulita e ben fatta, a voi la scelta se berla relativamente "fredda" e lasciarvi sorprendere dalla sua freschezza o se lasciarla riscaldare un po' se preferite un po' di tepore col quale concludere la serata.
Formato: 75 cl., IBU 50, alc. 10%, lotto 4, scad. 02/2018, pagata 9.50 Euro (beershop, Italia).NOTA: la descrizione della birre è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglie, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale dei birrifici.
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