sabato 5 dicembre 2015

Ægir Natt Imperial Porter

Della Ægir Bryggeri ne avevo parlato un paio di anni fa, con un piccolo resoconto di viaggio. Fondata nel 2011 a Flåm, minuscola (350 residenti) ma pittoresca località ad una delle estremità del fiordo di Aurland (Aurlandsfjord); qui  potrete non solo godere dello splendido panorama circostante (il porto, il fiordo, alcune cascate)  ma anche assaggiare direttamente le birre della Ægir che vi verranno servite in un brewpub/ristorante collegato ad un hotel adiacente dove potrete anche pernottare. Il birrificio organizza delle visite guidate agli impianti del brewpub, nel quale vi illustreranno anche le modalità di produzione dell'acquavite; il birrificio vero e proprio non è normalmente visitabile, e si trova invece ad un chilometro di distanza.
Il fondatore è l'ex-homebrewer americano Evan Lewis, un pioniere della scena "craft" norvegese: nel 2004 aprì nella turistica Flåm un café/ristorante con otto stanze dove pernottare. Nel 2007 l'upgrade a pub, con un piccolo impianto produttivo, uno dei primi microbirrifici norvegesi; la nascita vera e propria di Aegir/Ægir risale come detto al 2011, quando venne inaugurata la distilleria. L'ano successivo entrò invece in funzione il birrificio vero e proprio.
La birra di oggi è la Natt Imperial Porter: una ricca e sontuosa melassa scura con la quale riscaldare i lunghi inverni norvegesi nei quali le notti (Natt) sembrano non avere mai fine. Il suo colore è proprio quello di una tenebrosa notte d'inverno: nero, assolutamente impenetrabile, sormontato da una cremosissima e compatta testa di schiuma beige, dall'ottima persistenza. 
L'aroma non è evidentemente il punto di forza di questa birra, ma perlomeno c'è l'indispensabile, sebbene con intensità dimessa: orzo tostato, liquirizia, qualche ricordo di fruit cake e di anice, una discreta presenza etilica. Meglio passare subito alla bevuta, che si presenta con una splendida sensazione palatale: corpo medio, poche bollicine, cremosa, morbida, molto soddisfacente. Il gusto non è particolarmente complesso ma è intenso: liquirizia, tostature, alcool, con un sottofondo dolce appena accennato di caramello bruciato. I due anni passati in cantina non hanno fatto del tutto svanire la generosa luppolatura, che è ancora presente nel retrogusto amaro un po' resinoso e tostato; nel finale, avvolto da un percepibile ma morbido calore etilico, appaiono il caffè ed una delicatissima nota affumicata. Imperial Porter solida che garantisce il necessario tepore in una fredda serata d'inverno; non ci sono molte emozioni, il gusto è abbastanza monotematico e anche quello che c'è potrebbe essere più pulito, più definito, più elegante. Ci si accontenta, ma le aspettative domandavano qualcosa in più. 
Formato: 50 cl., alc. 10%, scad. 03/01/2018.

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

2 commenti:

  1. Ciao, questa birra mi ha impressionato per la sua essenzialità, pulizia ed eleganza. La tua recensione non è totalmente positiva, me ne consiglieresti un'altra dello stesso genere che ritieni "top"?

    Ciao A.

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    1. Ciao, può darsi mi sia capitato un lotto di questa birra non al top…
      Di ottime imperial porter/stout ce ne sono molte, puoi fare una ricerca sul blog utilizzando la categoria

      https://unabirralgiorno.blogspot.com/search/label/imperial%20stout

      Immagino tu abbia già provato i grandi classici USA tipo Yeti di Great Divide, BORIS e DORIS di Hoppin Frog, Old Rasputin di North Coast,Ten Fidy di Oscar Blues.. ?
      In Europa la Double Black Mash di Amager, Konrad Stout di Lervig. Ottima anche la Imperial Brown Stout di The Kernel, anche se meno "viscosa"

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