martedì 6 settembre 2016

De la Senne / Pleine Lune / Bières Cultes Sîneke & De la Senne / Thiriez Birthday Session

Oggi doppio appuntamento con Brasserie de La Senne, birrificio inaugurato a Brussels da Bernard Leboucq e  Yvan De Baets alla fine del 2010 anche se operativo come beerfirm dal 2005.
Partiamo dalla Sîneke, realizzata per la Paris Beer Week #3 che si è tenuta dallo scorso 29 aprile all’8 maggio; si tratta di una collaborazione con la Brasserie artisanale de la Pleine Lune,  birrificio fondato nel 2011 da Benoît Ritzenhalle a Chabeuil, un centinaio di chilometri a sud di Lione, quasi alle pendici di Monti dell'Ardèche, del quale vi avevo già parlato un paio di anni fa. La mia esperienza ricorda qualche discreta birra d'ispirazione americana ma anche una Tripel quasi disastrosa; i soliti problemi di costanza produttiva che affliggono una scena "artigianale" ancora giovane come quella francese.  Alla collaborazione partecipa anche Dorothée Van Agt, una dei proprietari di Bières Cultes, quattro locali a Parigi (14 Rue des Halles,  40 Rue Damrémont, 25 rue Legendre e 44 Bakers Street) dove poter bere (buone) birre. L’idea è di produrre una “hoppy pale ale” franco-belga-internazione con quattro diverse varietà di luppolo provenienti di quattro diverse regioni; la birra viene realizzata a febbraio e presentata il 3 di maggio ovviamente nel corso della Paris Beer Week presso Bières Cultes.

La birra.
Nel bicchiere si presenta di color arancio opaco sormontato da un generoso cappello di pannosa schiuma bianca, un po' scomposta ma dall'ottima persistenza.  Il naso offre un bel bouquet floreale che avvolge i profumi degli agrumi canditi (mandarino) e, molto in secondo piano, quello del biscotto e della crosta di pane. Vivaci bollicine  "belghe" al palato accompagnano una bevuta scorrevole che mostra una buona corrispondenza con l'aroma: biscotto e pane, qualche accenno "nutty" (frutta secca)  e di miele introducono il dolce della pesca e dell'arancia candita a sua volta bilanciato da un finale amaro di discreta intensità nel quale s'intrecciano note terrose, di mandorla amara e di scorza d'agrumi. La caratteristica secchezza delle produzioni De la Senne in questo caso sconfina in una leggera astringenza, ed anche la pulizia al palato potrebbe essere migliore; rimane comunque una grandissima bevibilità ed un'intensità di tutto rispetto in una "hoppy pale ale" gradevole che tuttavia non mi convince del tutto, forse per le sue rinunce a colpi d'effetto o ruffianerie varie. Me ne assumo in parte la colpa.

Passiamo alla Birthday Session, birra che celebra il ventesimo compleanno della francese Brasserie Thiriez, birrificio che non bevo da diversi anni ma  del quale non ho onestamente un bel ricordo, complice alcune birre alquanto mediocri bevute nel corso di una vacanza in Normandia ed una Ambrée d'Esquelbecq che prese rapidamente la strada del lavandino; molto meglio la Mars Needs Woman prodotta per i Get Radical e assaggiata non molto tempo fa.  Il fondatore è Daniel Thiriez, che nel 1996 ha lasciato la carriera nel settore delle risorse umane per trasformare la sua passione per l'homebrewing in una vera e propria attività, rilevando l'edificio di campagna nel quale, sino al 1945, aveva operato la Brasserie Poitevin. Il birrificio si trova ad Esquelbecq, regione Nord-Passo di Calais, in prossimità del confine belga: Westleveren e Poperinge, tanto per darvi un'idea, sono ad una ventina di chilometri di distanza. 
Evidentemente dai miei assaggi datati 2011 il birrificio ha risolto i suoi problemi di costanza produttiva, entrando nel portfolio degli Shelton Brothers e guadagnandosi l'export verso gli Stati Uniti. Come sapete le Farmhouse Ales/Bières de Garde sono molto di moda dall'altra parte dell'oceano e per Thiriez sono arrivate anche le prime collaborazioni come ad esempio quella con i texani di Jester King e con Saint Somewhere (Florida) entrambi entusiasti di lavorare con il famoso (?) lievito di casa Thiriez. 
Il ventennale del birrificio francese viene dunque festeggiato con una birra a quattro mani che viene prodotta Brussels in una "sessione"  tenutasi lo scorso gennaio e messa in vendita a fine marzo, con la première organizzata presso il locale Beer, Wine & Coffee di Namur; in etichetta si auto definisce una  "grisette-type beer", ed ecco spiegato il riferimento ai minatori dotati di piccone che si trovano sul numero venti dell'etichetta. Per chi non lo sapesse, semplifico e riassumo: se le Saison erano le birre destinate ai contadini durante i mesi di lavoro estivo, le Grisette erano quelle per i minatori.

La birra. 
Si veste di un opaco color arancio pallido e forma una generosa e bianchissima testa di schiuma pannosa, compatta, dall'ottima persistenza. L'aroma mantiene tuttavia una rusticità campestre, con le note funky del lievito mescolate ad una delicata speziatura, al mandarino e al cedro, all'ananas, ai crackers ed ai cereali. E' sufficiente un sorso per riconoscere in questa Birthday Session il DNA delle produzioni De la Senne: grande pulizia e secchezza, estrema facilità di bevuta, un pizzico di ruffianeria, il tutto accompagnato da vivaci bollicine e da un corpo snello e leggero. Gli accenni di malto (pane e crackers) e il dolce della pesca e dell'ananas sono il supporto alla generosa luppolatura che conferisce a questa birra uno spiccato carattere "zesty", ovvero ricco di scorza d'agrumi. Piacevolmente rustica anche in bocca, chiude in un mix amaricante che ospita note terrose, erbacee e - nessuna sorpresa - zesty.  Si beve come l'acqua, sparisce nel bicchiere in pochi istanti: è questo il suo unico difetto o, dovrei dire, il suo pregio. Gli otto mesi in bottiglia ne smorzano un po' la componente aromatica, ma per il resto è una bevuta coi fiocchi: un festeggiamento degno di questo nome.

Nel dettaglio:
De la Senne / Pleine Lune / Bières Cultes Sîneke, 33 cl., alc 5,5%, imbott. 24/03/2016, scad. 24/03/2017, prezzo indicativo 3.50/4.50 Euro (beershop).
De la Senne / Thiriez Birthday Session, 33 cl., alc. 5.2%, imbott. 18/02/2016, scad. 18/02/2017, prezzo indicativo 3.50/4.50 Euro (beershop).

NOTA:  la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio della bottiglia in questione e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

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