Terminate le vacanze ritorna HOMEBREWED!, l'appuntamento dedicato alle birre fatte in casa; la ripartenza è assieme a Giacomo Savatteri, homebrewer da Caltagirone (CT) del quale ho già avuto il piacere d'assaggiare una Saison, un American (Belgo) Pale Ale e una Stout.
Ma il primo amore brassicolo di Giacomo è il Belgio ed ecco che per i mesi più caldi dell'anno ho una generosa bottiglia (75 cl.) di Witbier; White Moon, questo il nome scelto per una birra prodotta con malto pilsner, fiocchi di frumento e di avena, coriandolo e buccia fresca di arancia amara; Hallertauer Hersbrucker è il luppolo utilizzato in amaro, mentre il lievito è stato recuperato dal fondo di una Hoegaarden, birra-capostipite delle interpretazioni moderne di uno stile che nel 1957 era praticamente estinto con la chiusura di Tomsin, l'ultimo produttore ancora attivo.
Fu Pierre Celis, un lattaio che aveva per qualche tempo lavorato alla Tomsin, a riportarlo in vita nel 1966. Il nuovo birrificio inaugurato da Celis a Hoegaarden ebbe un buon successo sino al 1985, anno in cui andò distrutto da un incendio; la vicina Stella Artois di Lovanio aiutò Celis nella ricostruzione mettendo il capitale in cambio del 45% delle quote societarie. Ma nel 1988 Stella Artois e Brasserie Piedboeuf formarono il colosso belga Interbrew che iniziò a far pressioni per ridurre i costi di produzione: dopo un breve resistenza, nel 1990 il sessantacinquenne Celis cedette la proprietà a quella che oggi è la AB-Inbev ed emigrò in Texas per aprire un nuovo microbirrificio.
Quello che purtroppo rimane oggi della Hoegaarden, quasi completamente priva di acidità, è davvero un triste ricordo della witbier fatta rinascere da Celis.
La birra.
La Wit di Giacomo rispetta perfettamente i parametri dello stile: giallo paglierino, opalescente e sormontato da un generoso cappello di schiuma bianca, dannosa e abbastanza compatta, dall'ottima persistenza. Altrettanto classici i profumi di scorza d'arancia ed i frumento, la delicata speziatura di coriandolo, gli accenni floreali e di banana; buoni il livello di pulizia e l'intensità. In bocca scorre velocissima e vivace, anche se volendo essere pignoli c'è forse un leggero eccesso di bollicine. La sua leggerezza non sacrifica comunque l'intensità del gusto, che mantiene una corrispondenza pressoché perfetta con l'aroma: c'è la banana e la scorza d'arancia, l'acidità rinfrescante del frumento e la delicata speziatura del coriandolo che ben interagisce con le bollicine e anticipa la chiusura leggermente amaricante di scorza d'arancio/curaçao. Personalmente avrei gradito un pelino di secchezza in più, ma il livello complessivo è davvero buono e, sebbene non sia un gran bevitore di Witbier, devo ammettere che quella di Giacomo è davvero ben fatta ed è una delle migliori birre fatte in casa che mi sia capitato d'assaggiare. Certo, si potrebbe lavorare per migliorare ancora un po' la pulizia, ma siamo davvero ai dettagli.
Questa la valutazione su scala BJCP: 38/50 (Aroma 9/12, Aspetto 3/3, Gusto 14/20, Mouthfeel 4/5, impressione generale 8/10).
Ringrazio Giacomo per avermi spedito e fatto assaggiare la sua birra, e vi do appuntamento alla prossima "puntata" di Homebrewed! Il caldo sta per finire, tra qualche settimana le spedizioni di birra non saranno più impraticabili e quindi vi ricordo che la rubrica è sempre aperta a tutti i volenterosi homebrewers!
Formato: 75 cl., OG 1067, alc. 5%, imbottigliata 05/2016.
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