Nel 2012 a Portland (Oregon) Ben Love e Van Having inaugurano un birrificio dal nome “roboante”: Gigantic Brewing Company. In verità i due non hanno attualmente piani di espansione che vadano oltre l’attuale capacità annuale di 5500 ettolitri, nonostante la loro dichiarazione del 01 Aprile 2015 (ma attenzione alla data!) nella quale affermavano di voler acquistare una percentuale dell’azionariato di AB-Inbev
Sia Love che Having sono due personaggi abbastanza noti a Portland, nonché membri della Oregon Brewer’s Guild: il primo ha iniziato la sua carriera come birraio nel 2003 all’Adler Brau Brewpub di Appleton (Winsconsin) per poi ritornare l’anno successivo in Oregon presso il birrificio Pelican; nel 2007 diventò infine headbrewer alla Hopworks Urban Brewery (HUB) di Portland. Havig, dopo aver abbandonato gli studi di economia (non prima di aver trascorso un anno a Londra presso la School of Economics ma soprattutto visitando pubs e bevendo cask ales), ha iniziato a fare il birraio nel 1995 presso la Minnesota Brewing Company per poi lavorare per sedici anni come headbrewer nei brewpub della Rock Bottom, prima a Minneapolis e poi a Portland. All’inizio del 2011 un diverbio con la proprietà lo spinse a lasciare la Rock Bottom per mettersi in proprio. Inizialmente l’idea di Having era di allontanarsi da Portland, la città al mondo con il maggior numero di birrifici pro capite, ma l’incontro con Ben Love diede una svolta improvvisa a quel progetto che si è concretizzato piuttosto rapidamente grazie ai finanziamenti di amici. Nell’attesa che gli impianti nei due modesti capannoni all’incrocio tra la Southeast 26th Avenue e la Southeast Steele Avenue del quartiere di Reed fossero operativi (maggio 2012), Gigantic iniziò col produrre soprattutto collaborazioni presso altri birrifici.
I due birrai decidono di rendere disponibili tutto l’anno solamente un paio di etichette per concentrarsi su birre stagionali, limitate ed occasionali; la maggior parte delle loro birre viene prodotta solamente una volta per sfruttare al massimo la quasi patologica continua ricerca di novità che caratterizza molti beergeeks. Il focus è soprattutto sulle bottiglie in quanto “guadagniamo di più rispetto ai fusti: Gigantic IPA e Ginormous Imperial IPA occupano attualmente il 70% della produzione, mentre ogni tre mesi facciamo uscire due birre stagionali, una a basso ed una ad alto costo. Queste birre non vengono mai ripetute”. Per gli homebrewers interessati, sul sito del birrificio sono disponibili la maggior pare delle ricette.
Impossibile non citare infine le splendide etichette (o forse dovremmo parlare di copertine di fumetti) realizzate da diversi illustratori e ispirate da quei Robot / Action Figures giapponesi tanto cari a Van Having: a queste etichette, in versione poster, è anche stata dedicata una mostra lo scorso gennaio a San Francisco
La birra.
Numero 26 nel portfolio Gigantic, la baltic porter Saboteur arriva a riscaldare i primi mesi del 2015: impossibile risalire al perché il nome parli di un “sabotatore”, meglio allora deliziarsi con i dettagli della sorprendente etichetta che utilizza un dipinto realizzato da Robert Bowen.
Molto bella nel bicchiere, nera con una cremosa e compatta testa di schiuma color nocciola dall'ottima persistenza. Al naso emergono sopratutto profumi di melassa, orzo tostato e miele, mentre più in secondo piano affiorano esteri fruttati (prugna, uvetta), note affumicate e di caffè: bene la pulizia, solo discreta l'intensità. L'ABV dichiarato è 8% e proprio per questo motivo avrei gradito una maggior presenza palatale: il corpo è medio, mentre la consistenza tende a privilegiare la scorrevolezza piuttosto che la morbidezza. C'è comunque una bella ricchezza di caffè e tostature accompagnate da liquirizia e dal dolce del caramello; più nascosto il cioccolato e nel retrogusto una nota di cenere/affumicato arricchisce un finale amaro nel quale tostature e caffè prendono definitivamente le redini della bevuta. L'alcool è molto ben nascosto, direi persino troppo, in questa baltic porter intensa, bilanciata e soddisfacente che tuttavia mi è parsa un po' esile in alcuni passaggi: bisogna lasciarla scaldare parecchio se si vuole che emerga un lieve tepore etilico. Pulizia, precisione ed eleganza ci sono, quel che manca per passare da una buona ad una grande bevuta sono le emozioni.
Formato: 65 cl., alc. 8%. IBU 80, lotto e scadenza non riportati, prezzo indicativo in Europa 11.00/14.00 Euro (beershop)
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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