Il birrificio di Manchester Cloudwater (qui la sua storia) è attualmente in testa alle classifiche del beer-geekismo inglese ed europeo sopratutto grazie alle proprie IPA e Double IPA, la maggior parte delle quali ha ovviamente sposato la filosofia del New England/ Juicy. Tutto bene, o quasi, quando si tratta di lavorare il luppolo, ma tutto il resto? Vediamo oggi il birrificio guidato da Paul Jones e James Campbell alle prese con una Saison e una Sour Ale.
La prova con la tradizione belga, una delle più difficili d'affrontare, è una Saison prodotta con ben otto varietà di cereali (malto Pilsner e Smoked, farro, segale, frumento, cena, malto di segale Red Crystal), luppoli Tettnanger e Nelson Sauvin in aroma, estratto di luppolo Pilgrim in Co2 per l'amaro e tre ceppi di lievito: WLSP644, WLP585, WLP565. Tanta carne al fuoco alla quale si aggiunge il succo di chuckleberry, una sorta di mirtillo nero.
All'aspetto è di colore arancio pallido, velato, e forma un bel cappello di schiuma cremosa e abbastanza compatta. L'aroma è piuttosto fenolico con bubblegum, coriandolo, qualche lieve accenno di plastica bruciata; ma ci sono anche pera e limone, arancia, note rustiche che richiamano la paglia e l'erba. Il gusto purtroppo non è altrettanto intenso e variegato come l'aroma: base biscottata, un dolce sciropposo non ben definito (chuckleberry?), pera e qualche scivolone acquoso che non dovrebbe esserci. Nel finale un po' d'astringenza e un nuovo accenno di plastica bruciata accompagnano l'amaro terroso. E' una Saison non troppo secca, che lascia sempre un lieve residuo zuccherino al palato: bene invece la sensazione palatale, ottima scorrevolezza e un'elevata carburazione a renderla vivace. Bevuta solo discreta, incompiuta, con diverse imprecisioni che scaturiscono forse/anche dall'aver messo tanta carne sul fuoco: il rischio di bruciarla aumenta e il Belgio, quello vero, è ancora molto lontano.
Le cose peggiorano drasticamente stappando la lattina di Mormora Sour che Cloudwater ha realizzato assieme alla torrefazione Square Mile di Londra. Si tratta di una Sour Ale fermentata però con lievito WLP095 (Burlington Ale) e prodotta con malto Golden Promise, frumento maltato e il solito estratto di luppolo Pilgrim in Co2 per l'amaro che Cloudwater sembra utilizzare in ogni sua birra. Due varietà di caffè Mormora (Etiopia) sono poi stati utilizzate sia durante la fase di bollitura che a freddo. Il suo colore è un dorato antico che sorprende per l'assoluta limpidezza. Il naso è completamente dominato dal caffè con un risultato davvero elegante e raffinato, pulitissimo: chiudete gli occhi e giurerete d'avere davanti a voi un sacchetto aperto di chicchi di caffè. Fin qui tutto bene, ma al primo sorso di Mormora Sour le domande nascono spontanee: che cos'è? Che cos'hanno voluto fare? Il problema di questa birra è che il gusto replica l'aroma, quindi solo acqua e caffè. Non c'è assolutamente altro, se non una lieve asprezza (insapore) a giustificare la parola "sour". Il caffè è anche qui netto, molto ben definito e pulitissimo, ma il risultato finale è quello di bere un bicchiere d'acqua nel quale sono stati messi in infusione dei chicchi di caffè. Già a priori l'accoppiamento sour-caffè non mi sembrava particolarmente intrigante ma, pur cercando di bere questa Mormora Sour con la massima apertura mentale possibile, ammetto di non averla proprio capita. Per me è una birra priva di senso che non sarebbe neppure dovuta uscire dal birrificio: benissimo l'espressività del caffè, peccato manchi la birra.
Nel dettaglio:
Saison Tettnanger, 44 cl., alc 6.5%, imbott. 08/09/2017, scad. 02/2018.
Sour Mormora, 44 cl., alc. 5.3%, imbot. 07/09/2017, scad. 03/2018.
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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