Tra i protagonisti dell'anno che sta per concludersi mi sembra doveroso includere anche il birrificio danese Dry & Bitter, che continua a sfornare birre di ottima qualità e che arrivano in Italia piuttosto fresche.
La sua storia, abbastanza contorta, l'avevo cercata di ricostruire qui: alla guida ci sono Søren Wagner e Jay Pollard, proprietari anche del noto beer bar di Copenhagen chiamato Fermentoren, 24 spine tutte dedicate al craft e una succursale aperta di recente ad Aarhus. Nel 2015 i due soci rilevano anche il birrificio Ølkollektivet che produce per moltissime beer firm danesi e lo utilizzano, oltre che per realizzare le birre destinate al Fermentoren, anche per lanciare il loro marchio Dry & Bitter. Da notare che Wagner possiede già un'altra beefirm, Croocked Moon.
Dopo un avvio scoppiettante, con cinquanta diverse birre realizzate in poco più di un anno di vita, i ragazzi di Copenhagen hanno rallentato leggermente il ritmo e oggi ne annoverano un'ottantina, con IPA e dintorni sempre a farla da padrone. Tra le loro birre di maggior successo vi è infatti la serie delle Bale Ale, cinque diverse single-hop Session IPA; di questo sotto stile fanno anche parte la Myrcia Dreams, realizzata inizialmente assieme agli inglesi di Buxton e la collaborazione con Cloudwater chiamata Draining The Swamp.
Non bastassero, a luglio 2017 Dry & Bitter ha presentato al Fermentoren i primi fusti di As Seen on TV, Session IPA che promette grazie all'utilizzo di avena e frumento, un corpo molto più sostenuto di quello che vi aspettereste. Non sono stati precisati gli altri ingredienti.
La birra.
Nel bicchiere è di un bel arancio pallido, velato e sormontato da una cremosa e compatta schiuma biancastra, molto persistente. Il naso è fresco e presenta un bel cesto di frutta composto sopratutto da cedro e pompelmo che relegano in sottofondo pesca, ananas e mango. Bene pulizia e intensità, l'ampiezza dello spettro aromatico è buona ma potrebbe essere migliore. Il mouthfeel è effettivamente sorprendente, considerando che si parla di una session beer (4.2%): corpo medio, consistenza cremosa e morbida, leggermente chewy. La gratificazione edonistica è garantita, ne viene un po' penalizzata la velocità di bevuta: è una birra facile ma che gioco forza si sorseggia (ad alta frequenza) anziché tracannare. Il gusto è di una intensità impressionante, quello che vorresti sempre trovare in birre dalla bassa gradazione alcolica. E' una Session IPA molto fruttata ma che non sconfina nel territorio del juicy, benché ne voglia riproporre la sensazione palatale: il dolce sottofondo di mango, ananas e pesca supporta un amaro elegante e di buona intensità caratterizzato da resina e un po' di pompelmo, protagonisti anche di un finale piuttosto lungo.
Ottima pulizia e grande secchezza in una birra che regala intensità di profumi e sapori, accompagnandoli con poco alcool: tutto quello che ci dev'essere in una "session". Livello alto, birra molto ben riuscita, avesse anche un prezzo "sessionabile" sarebbe perfetta.
Formato: 33 cl., alc. 4.2%, imbott. 10/11/2017, scad. 10/05/2018, prezzo indicativo 4.50-5.00 euro (beershop).
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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