Per parlare di birra oggi dobbiamo iniziare dal vino: è il 2012 quando the giovani californiani ex compagni alla Poway High School fondano la Abnormal Wine Company nel Rancho Bernardo, una quarantina di chilometri a nord di San Diego. Sono Matthew DeLoach, Elvin Lai e James Malone: “volevamo allontanarci da quello snobismo che spesso accompagna il vino e proporlo in un contesto più amichevole e informale: anormale”. I tre creano il proprio marchio di vino offrendolo in degustazione in un locale all'interno del Rancho Bernardo Business Park: “poco dopo aver aperto la tasting room ci accorgemmo che all’ora di cena la maggior parte dei clienti andava via. Avevamo bisogno di offrire loro anche qualcosa da mangiare”.
Nei locali adiacenti nasce così il ristorante-bar Cork & Craft, 150 posti a sedere e menù elaborato dal cuoco Mike Arquines, anche proprietario della Mostra Coffee, nome che forse molti appassionati di birra ricorderanno. Ai clienti vengono anche offerte delle cene con vini e birre in abbinamento: per l’occasione viene reclutato come consulente Derek Gallanosa, ex-homebrewer , a quel tempo nel team dei birrai del birrificio Karl Strauss di San Diego e anche docente alla San Diego State University nel corso “Business of Craft Beer”: un personaggio abbastanza noto nella scena brassicola della città californiana. L’iniziativa ha grande successo, San Diego è uno dei paradisi della Craft Beer e Abnormal decide di affiancare alla produzione del vino e al ristornate anche un birrificio, tutti riuniti sotto lo stesso tetto.
Nell’aprile 2015 ci sono grandi aspettative tra gli appassionati di San Diego per il debutto di Abnormal Beer Company, guidata in sala cottura proprio da Derek Gallanosa che lascia la Karl Strauss per guidare l’impianto da 12 ettolitri. Non passano neppure dodici mesi e Abnormal annuncia un piano di espansione da un milione di dollari: lattine (debutto avvenuto nella primavera 2017) e altri fermentatori per portare la capacità produttiva dagli 800 ettolitri del 2016 ad un potenziale di 5800. Un nuovo magazzino da 1000 metri quadri a poche centinaia di metri di distanza consente anche d’iniziare un programma di barrel aging: al di la delle classiche West Coast IPA, Abnormal costruisce il suo successo grazie a potenti imperial stout prodotte con gli ingredienti tanto amati dai beergeeks: caffè, cioccolato, vaniglia, peperoncino e sciroppo d’acero.
Nell’aprile 2015 ci sono grandi aspettative tra gli appassionati di San Diego per il debutto di Abnormal Beer Company, guidata in sala cottura proprio da Derek Gallanosa che lascia la Karl Strauss per guidare l’impianto da 12 ettolitri. Non passano neppure dodici mesi e Abnormal annuncia un piano di espansione da un milione di dollari: lattine (debutto avvenuto nella primavera 2017) e altri fermentatori per portare la capacità produttiva dagli 800 ettolitri del 2016 ad un potenziale di 5800. Un nuovo magazzino da 1000 metri quadri a poche centinaia di metri di distanza consente anche d’iniziare un programma di barrel aging: al di la delle classiche West Coast IPA, Abnormal costruisce il suo successo grazie a potenti imperial stout prodotte con gli ingredienti tanto amati dai beergeeks: caffè, cioccolato, vaniglia, peperoncino e sciroppo d’acero.
Il birrificio si auto distribuisce nelle zone di San Diego, Los Angeles, San Jose, San Francisco e Seattle; abbastanza “inusuale” (Abnormal!) è invece l’export: oltre a Singapore e Danimarca, potete trovare sempre le birre nella succursale coreana (!) Taphouse and Cantina una decina di spine che spesso ospitano anche altri birrifici americani. Lo scorso agosto Derek Gallanosa ha tuttavia dato le dimissioni e per motivi “di cuore” si è trasferito più a nord, a Sacramento, dove ha fondato la Moksa Brewing Company assieme a Cory Meyer, ex birraio della New Glory Craft Brewery. Alla Abnormal è arrivato il birraio Nyle Molina, esperienze precedenti presso Funky Buddha e Green Flash
La birra.
“Vi sentite un boss? Lo sarete quando aprirete questa West Coast Style IPA”: questo il modo in cui Abnormal annuncia la Boss Pour IPA, una delle tre birre (assieme alla Mostra Mocha Stout e alla 5PM Session IPA) di maggior successo. La ricetta prevede malti inglesei e americani a supporto di una generosa luppolatura di Cascade, Simcoe, Nugget, Citra e Mosaic. Ha debuttato ad aprile 2016.
E’ una West Coast IPA piuttosto velata per gli standard di San Diego, anche se non raggiunge gli estremi torbidi del New England: la schiuma biancastra è cremosa e abbastanza compatta, con una discreta persistenza. A due mesi e mezzo dalla messa in lattina l’aroma ha probabilmente perso un po’ d’intensità ma è comunque ancora piuttosto gradevole e fresco: ananas, mango, arancia, mandarino e pomplemo fanno compagnia al “dank” tipici della West Coast. Eleganza e pulizia rispondono presente all’appello. La sensazione palatale è ottima ed il gusto non delude le attese delineando una WC IPA molto ben fatta; pane e crackers sostengono un profilo fruttato dolce che ripropone l’aroma ed è poi incalzato da un bel finale amaro, lungo e pungente, nel quale esplodono tutta la resina e il “dank” dell’area di San Diego.
Una gran bella birra, fatta come piacciono a me: secca, pulitissima e bilanciata (ovvero fruttata senza arrivare al succo di frutta, amara senza asfaltare il palato) con pochi elementi ma disposti nel modo giusto. A voler esser rompiscatole qualche inevitabile lieve cedimento dovuto al viaggio intercontinentale s'avverte ma in questo caso si può tranquillamente chiudere gli occhi e godere di una birra ancora in ottima salute.
Formato: 47,3 cl., alc. 7%, IBU 55, imbott. 22/01/2018NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio della bottiglia in questione e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio
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