A forza di sfornare nuove birre diventerà un problema anche inventarsi un nome che non sia già stato usato da qualche altro birrificio; le azioni legali o le minacce di azioni non sono poi così improbabili. Non è particolarmente attraente ed è anche abbastanza difficile da pronunciare/ricordare quello scelto dai birrifici inglesi North, Track e Wylam: LDS MCR NCL.
In questa sequenza di acronimi c’è ovviamente un significato: si tratta delle città d’origine. LDS è Leeds, dove ha sede North Brewing, “costola” della North Bar uno dei precursori della craft beer nella città gallese; il birrificio è stato aggiunto nel 2015 ed è attualmente guidato dai birrai birrai Seb Brink (ex Golden Owl Brewery) e Darius Darwel (ex Bristol Beer Factory). Li avevamo conosciuti in questa occasione. MCR sta per Manchester: qui si trova Track Brewing, birrificio fondato alla fine del 2014 da Sam Dyson oggi aiutato dal birraio Matt Dutton. Qui la sua storia. NCK è acronimo di Newcastle, casa di Wylam Brewery, microbirrificio attivo dal 2000 ma passato alle cronache solo dal 2016 quando grazie ad un sostanzioso investimento da parte di nuovi soci ha traslocato dall’omonimo villaggio di campagna a Newcastle, ristrutturando lo storico Palace of Arts dell’Exhibition Park. Di loro avevo scritto qui.
Tutti e tre i birrifici hanno un denominatore comune: l’amore per il luppolo e soprattutto per le birre che vanno tanto di moda oggi: le New England IPA, Juicy & Hazy, torbidi succhi di frutta. Dalla loro collaborazione non poteva quindi nascere altro che una Double NEIPA: i luppoli utilizzati non sono tuttavia stati svelati. La birra è stata poi presentata il 01 febbraio in contemporanea nelle tre città: alla Little Leeds Beer House, alla Port Street Beer House di Manchester e al Block & Bottle di Newcastle.
L’impronunciabile LDS MCR NCL si presenta perfettamente torbida e di un color arancio che ricorda quello di un succo di frutta; la schiuma biancastra è cremosa e compatta, con un’ottima persistenza. Il naso è fresco, molto intenso, quasi sfacciato: si parte dall’ananas che poi rapidamente si fa da parte per lasciare spazio a pompelmo e cedro, limone e lime, passion fruit e forse anche mango. L’eleganza non è la sua caratteristica principale ma la macedonia è senz’altro gradevole. Lo stesso si può dire anche del gusto: è una Double IPA modaiola che s’avvicina al succo di frutta. Non cercate in lei livelli eccelsi di pulizia e finezza perché non li troverete: verrete invece ricompensati con una spremuta di mango, ananas e pesca. Il mouthfeel è morbido, leggermente “masticabile” (chewy) il che costringe a rallentare un po’ il ritmo di bevuta; il tallone d’Achille di questa lattina è però l’alcool (8.7%) che esce troppo allo scoperto, non fa sconti e rallenta ulteriormente lo scorrimento. Un amaro (resina e pompelmo) abbastanza intenso ma di breve durata chiude una bevuta molto gradevole, abbastanza secca ma un po' troppo impegnativa, soprattutto a causa dell’alcool. Peccato, perché poteva essere una birra davvero notevole nel suo genere, quasi al pari di questa.
Formato 33 cl., alc. 8.7%, lotto 25/01/2018, scad. 25/07/2018NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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