giovedì 12 aprile 2018

Verdant Brewing: Headband Pale Ale, Track and Field IPA & I Played Bass on that Tune IPA


A qualche settimana di distanza ritorniamo a parlare di Verdant, uno dei birrifici più ricercati dai beergeeks inglesi: l’avevamo conosciuto in questa occasione.  Le ultime novità in casa Verdant parlano di una campagna di crowdfunding che si è conclusa con successo: 26.000 sterline raccolte in un mese (febbraio) per finanziare l’apertura di un Seafood Bar & Tap Room in centro a Falmouth, Cornovaglia. “Amiamo avere una taproom e punto vendita al birrificio, ma siamo stati costretti ad usare tutto lo spazio disponibile per aumentare la nostra capacità produttiva. Abbiamo guardato in centro città per aprire un luogo tranquillo dove la gente possa andare a bere le nostre birre accompagnandole con semplici e freschissimi piatti  (tapas) di mare: cozze, capesante, zuppe di pesce e fritture abbinate alle nostre freschissime birre luppolate.  E’ un locale già aperto che personalizzeremo con il nostro nome e logo”.  L’obiettivo di Verdant era di riuscire ad inaugurarlo in tempo per le vacanze di Pasqua, ma credo che la ristrutturazione sia attualmente ancora in corso.  
Non una, non due ma tre: andiamo ad assaggiare altre tre produzioni Verdant, tutte messe in lattina verso la metà di febbraio.

Partiamo dalla Track & Field IPA (7.2% ABV), ricetta che include malto Best Ale, frumento, luppoli Simcoe e Mosaic, lievito Lalbrew New England. Il suo colore è un arancio/dorato piuttosto velato sul quale si forma una schiuma cremosa ma un po’ scomposta, dalla buona persistenza. L’aroma è gradevole sebbene non molto espressivo o elegante: mango e ananas, arancia dolce. Caratteristiche che si ritrovano anche al palato, dove la bevuta è senza dubbio piacevole con un carattere  fruttato molto intenso anche se non troppo definito: mango e ananas sono i frutti maturi (a tratti quasi canditi) che vengono  in mente, la chiusura amara (resina) è molto delicata e corta. Ottimo il mouthfeel, morbido e cremoso senza risultare troppo ingombrante L’alcool è quasi impercettibile ed il risultato è una IPA molto facile da bere, fruttata senza sconfinare nel torbido succo di frutta. Livello piuttosto alto ma sicuramente c’è spazio per migliorare pulizia ed eleganza.

Tutti stravedono per le IPA di Verdant ma a me ha invece davvero impressionato la Pale Ale chiamata HeadBand (5.5%): malti Best Ale, Extra Pale Ale, Monaco, Carapils e Crystal 150, avena e frumento, luppoli Citra, Mosaic, Columbus e Chinook, solito lievito Lalbrew New England. E’ piuttosto torbida e di colore arancio, la schiuma biancastra è scomposta ma ha una buona persistenza. L’aroma non è esplosivo ma più raffinato rispetto alla sorella maggiore, sebbene  gli elementi siano più  o meno gli stessi: mango e ananas, arancia dolce. Qui la presenza dei malti  (pane e crackers) è quantomeno avvertibile, anche se il cuore della bevuta è ovviamente il fruttato, in questo caso educato e non cafone: c’è un mix ben riuscito di tropicale ed agrumi che sfocia in un finale molto secco e moderatamente amaro, nel quale convivono resina e scorza d’agrumi. Una birra davvero molto interessante, dalla bevibilità enorme e dal grande potere dissetante, di quelle che non smetteresti mai di bere: “juicy ma con criterio”, livello molto alto.

Abbastanza deludente si è invece rivelata la I Played Bass on That Tune (6.5%), una New England IPA affetta da quella sindrome d’invecchiamento precoce che a volte colpisce queste birre. La ricetta dice malti Extra Pale, Best Ale, Caramalt, Avena e frumento maltato, luppoli Citra, Columbus ed Eldorado, lievito “della casa”. Nel bicchiere è di un color arancio piuttosto torbido, mentre la schiuma cremosa e compatta rivela una buona persistenza. Al naso intensità ed eleganza latitano: il solito canovaccio mango-ananas-arancia dolce viene qui arricchito da ricordi di melone retato, ma lo schema è poco preciso. Bene è invece la sensazione palatale, morbida e leggermente cremosa, mentre il gusto ripropone la scarsa intensità e finezza dell'aroma. C'è una sensazione generale di tropicale non ben definita,  l'amaro è praticamente assente, ma quel succo di frutta che dovrebbe esserci nel bicchiere è un po' troppo spento e sbiadito: benché gradevole, non giustifica assolutamente il prezzo del biglietto.

Nel dettaglio:
Headband, 44 cl., alc. 5,5%, lotto 14/02/2018, scad.  14/05/2018, prezzo indicativo 4.50 sterline
Track and Field, 44 cl., alc. 7.2%, lotto 19/02/2018, scad. 19/05/2018, prezzo indicativo 5.00 sterline
I Played Bass on that Tune, 44 cl., alc. 6,5%, lotto 13/02/2018, scad.13/05/2018, prezzo indicativo 5.30 sterline

NOTA:  la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio della bottiglia in questione e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio

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