Continuano ad aumentare incessantemente il numero delle collaborazioni tra birrifici "artigianali": quella di oggi vede un insolito incontro tra Olanda e Polonia.
Ad Haarlem si trova il birrificio Jopen, nome col quale nel quattordicesimo secolo erano chiamati quei barili di birra che dalla città dei Paesi Bassi venivano esportati all'estero. A quel tempo Haarlem era la seconda più grande città olandese ed il maggior centro di produzione della birra; nel 1994 un gruppo di appassionati birrofili locali (Stichting Haarlems Biergenootschap) vogliono far rivivere i fasti di quella tradizione e recuperano dall'archivio cittadino due ricette risalenti al 1407 e al 1501. Jopen è il nome dato a quelle birre che vengono prodotte in Belgio sugli impianti della Halve Maan. Nel 1996 un gruppo d'imprenditori locali forma la Jopen BV, una beerfirm che inizia a produrre con regolarità appoggiandosi prima agli impianti di La Trappe e poi del birrificio belga Van Steenberge. Il passaggio di status a birrificio avviene nel 2010 quando termina il restauro della vecchia Jacobskerk, una chiesa nel centro di Haarlem (Vestestraat 1) convertita a brewpub con ristorante annesso, ancora oggi operativo nonostante la maggior parte delle birre siano prodotte nel nuovo e moderno stabilimento che si trova in un quartiere industriale periferico. Qui (Emrikweg 21) è anche operativa la taproom chiamata Jopen Proeflokaal Waarderpolder; un terzo luogo dove potete bere le birre di Jopen è nella vicina Hoofddorp dove è stato inaugurato (Hoofdweg 774) un secondo brewpub, anch'esso all'interno di una ex-chiesa ristrutturata.
Ci sono molte meno informazioni disponibili sul birrificio polacco Stu Mostów (ovvero "cento ponti") inaugurato nel settembre 2014 a Breslavia. I fondatori sono Arleta e Grzegorz Ziemian, una coppia che dopo aver lavorato all'estero per diversi anni nel settore bancario ha fatto ritorno in patria per ristrutturare una vecchia sala cinematografica e aprire un birrificio. La tradizione polacca è contaminata dalla craft beer revolution americana, paese dove Grzegorz ha lavorato per tredici anni; l'impianto è un Braukon da quaranta ettolitri.
La birra.
"Oro nero" é a quanto pare il nome con cui le Baltic Porter vengono chiamate in Polonia; questo il nome scelto da Jopen e Stu Mostów per una robusta (9.2%) birra che utilizza luppoli polacchi Lunga e Sybilla. Nel bicchiere è prossima al nero con una perfetta testa di schiuma cremosa e compatta, dall'ottima persistenza. Ad un bell'aspetto corrisponde un naso che mostra una complessità e pulizia: pane nero, biscotto, frutta secca a guscio, prugna e ciliegia. In secondo piano accenni terrosi e di cioccolato. La sensazione palatale è davvero ottima, una carezza vellutata, poche bollicine, corpo medio: il gusto non delude le aspettative e propone con buona pulizia e intensità una bevuta molto ben bilanciata. Caramello, biscotto, pane nero, prugna e uvetta definiscono un percorso dolce che viene poi bilanciato da un finale amaro nel quale trovano posto le note terrose e speziate di luppolo e segale, accenni di caffè e leggere tostature. Davvero una bella sorpresa questa Polished Black Gold: una baltic porter ben fatta e bilanciata, dall'ottimo mouthfeel e facile da bere a dispetto di una gradazione alcolica che apporta un po' di calore solo nel finale. Birra molto ben riuscita, promossa senza indugi.
Formato: 33 cl., alc. 9.2%, lotto 17369/14, scad. 23/10/2019.
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio della bottiglia in questione e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio
Mi è venuta molta sete...
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