De Moersleutel, ovvero quando si dice “business di famiglia”: è quello della famiglia Zomerdijk, padre, madre e quattro figli tutti dediti alla produzione della birra. E’ il 2013 quando gli amici Siem Valkering e Sjaak Zomerdijk aprono il microbirrificio Vriendenbier a Heiloo, Olanda settentrionale: giusto per darvi qualche riferimento, Amsterdam si trova 40 chilometri a sud. Anche loro provengono dall’homebrewing e hanno preso in affitto alcuni locali nel Willibrord Business Center, un monumento nazionale ex-ospedale psichiatrico che oggi ospita diverse attività imprenditoriali, sale riunioni, ristoranti, alloggi e uffici. Nelle ex-cucine, dove un tempo venivano cucinati i pasti per i degenti, viene prodotta la birra.
Nel 2016 Siem Valkering lascia l’azienda e Sjaak Zomerdijk rimane solo con la moglie Margreet; è in questo periodo che entrano in società anche i loro quattro figli Pim, Tom, Rob e Max, tutti nati tra il 1990 e il 1998. Le loro idee sulla birra sono tuttavia un po’ diverse e più innovative rispetto a quelle dei genitori: frequentano locali e social, sanno quello che va di moda e quello che la gente vuole bere. Sono loro a creare il marchio De Moersleutel per dar vita ad un progetto parallelo che nasce con propositi chiari, anche se non necessariamente innovativi: “più luppolo, più malto, più alcool e mouthfeel denso”.
De Moersleutel (“la chiave inglese”, pare che il nome sia un riferimento al precedente lavoro del padre Sjaak) e Vriendenbier convivono oggi quindi sotto lo stesso tetto e nell’aprile 2017 diventano una società unica, pur continuando ad operare con due nomi diversi; sono già stati fatti piccoli investimenti per acquistare nuovi fermentatori ed affittare altri locali dove è già stato posizionato un buon numero di botti per il programma d'invecchiamento. L’impianto produttivo (2 hl) che ha costruito lo stesso Sjaak stesso "con le chiavi inglesi" è ancora abbastanza rudimentale, con imbottigliamento ed etichettatura che vengono fatti a mano. Sono già in atto i piani per trasferirsi nella zona industriale Alkmaar (Diamantweg 9) dove dovrebbe essere installato un nuovo e più capiente impianto produttivo.
De Moersleutel debutta nel 2016 e i social subito lo premia: nel 2017 Untappd lo elegge come terzo miglior birrificio olandese, spingendolo attualmente al secondo posto dietro ad un altro nome amato dai beergeeks, Tommie Sjef Wild Ales. Le tipologie di birre prodotte sono quelle che sono in cima alle classifiche del beer-rating: Imperial Stout/Porter (anche con ingredienti aggiunti e invecchiati in botte, IPA e Imperial IPA). Le prime etichette che arrivano sul mercato sono la Je Moer (imperial porter 10%), la Smeereolie (Imperial Stout, 10%), le IPA Boeit Me Geen Moer e Je Hop Lust.
La birra.
Tra le prime produzioni De Moersleutel c’è anche la massiccia imperial stout chiamata Motorolie 10 (12%), successivamente disponibile anche in versione barricata e con aggiunta di caffè, cioccolato ed aggiunte varie. La ricetta prevede luppolo Columbus e un ricco parterre di malti che include Pale, Monaco, Amber 150, Special B, Chocolate, Cara 120 e Black.
Il suo aspetto ricorda effettivamente l’olio motore: nera, viscosa, è adornata da un cremoso e compatto cappello di schiuma che ha una buona persistenza. L’aroma non è un biglietto da visita particolarmente entusiasmante, anche se nel complesso accettabile: caffè, frutti di bosco, orzo tostato, qualche accenno di cioccolato. C’è però poca intensità, poca pulizia, poca eleganza e poca definizione. Al palato questo “olio motore” si rivela più mansueto del previsto: il corpo è importante (medio-pieno) ma la consistenza è molto morbida e vellutata, quasi setosa, senza ingombranti viscosità. Il gusto è molto intenso, con l’alcool che non si nasconde e scalda con vigore ogni sorso senza eccessi: un dolce sottofondo di caramello e frutta sotto spirito bilancia tostature e caffè, nel finale emerge un po’ di cioccolato ed una nota resinosa del luppolo aiuta a “lavare” un po’ il palato. Un attimo di pausa prima di un lungo finale etilico che abbraccia cioccolato e caffè.
La Motorolie di De Moersleutel guarda alle grandi imperial stout americane e scandinave e ne ripropone potenza e intensità, non supportate dalla necessaria pulizia ed eleganza. Il risultato è discreto e nel complesso abbastanza gradevole, un magma scuro ancora grezzo e indefinito che avvolge il palato sostenuto da un bel calore etilico. I margini di miglioramento sono tuttavia ancora piuttosto ampi.
Formato: 37.5 cl., alc. 12%, IBU 55, lotto 1753, scad. 09/2022NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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