Quando si parla di birra artigianale spesso si racconta di persone che hanno cominciato a produrre la birra in casa e sono poi riusciti a trasformare quello che era una semplice hobby, una grande passione, in una vera e propria professione.
La storia di oggi non è molto diversa se non fosse per il fattore “età”: Bernardino Tortone realizzava le proprie ricette in cantina “quando era giovane” e quando la birra artigianale ancora non esisteva per come la conosciamo adesso. La passione è stata poi fagocitata dalle incombenze della vita di tutti i giorni ed è rimasta chiusa in un cassetto per moltissimi anni, fino a poco fa. Raggiunta la pensione e superata la soglia dei 60 anni, Bernardino è riuscito a far rinascere quell’hobby nell’ambito della Azienda Agricola Casa Bianca a Fossano, in provincia di Cuneo; l’azienda produce il luppolo, l’orzo e i cereali che vengono poi fatti maltare in Germania. La birre vengono realizzate su impianti terzi, anche se l’etichetta si limita ad un “prodotta e confezionata su ricetta dell’Azienda Agricola Casa Bianca” da un codice alfanumerico che non aiuta il consumatore a capire da chi e dove.
La parola birra è di genere femminile e tutte e tre le etichette prodotte sino ad ora sono ispirate alle donne: il debutto avviene a settembre 2016 con una pils chiamata Tota (in piemontese “ragazzina”), seguita dalla "rossa" (bock?) Madamin (signora) e dalla strong ale, credo d’ispirazione inglese, chiamata Nona, ovvero "la nonna".
Ringrazio il beershop on-line Ubeer che mi ha inviato una bottiglia di Nona d’assaggiare: la birra è arrivata accompagnata da una confezione di “Cookie d’la nona”, classiche paste di meliga (in birra) prodotte per conto di Casa Bianca dal Forno Antico di Carrù (CN).
La birra.
La “Nona” si presenta nel bicchiere di un bel colore ambrato velato, acceso da intense venature rossastre: la schiuma è un po’ scomposta e non molto persistente. L’aroma, intenso e abbastanza pulito, regala profumi di frutta secca a guscio, prugna e uvetta, ciliegia, pera e biscotto. La sensazione palatale è piuttosto gradevole: corpo medio, bollicine contenute, consistenza morbida che tuttavia non intralcia lo scorrimento di una strong ale che al gusto mostra buona corrispondenza con l’aroma. La bevuta è dolce di ciliegia e prugna, uvetta, biscotto e caramello, non mancano accenni di pera e mela al forno: l’amaro finale (terroso, frutta secca) è molto delicato, giusto quanto basta per portare equilibrio e lasciare il palato abbastanza pulito alla fine di ogni sorso. L’alcool (8.2%) è molto ben gestito e riscalda delicatamente senza mai eccedere: la bevuta non presenta difficoltà ma è una birra che andrebbe preferibilmente sorseggiata con tutta calma e buona soddisfazione. Dal mio punto di vista le gioverebbe tuttavia un maggior bilanciamento tra gli esteri fruttati (in alcuni passaggi molto in evidenza) e la componente maltata.
Casa Bianca la consiglia in abbinamento a formaggi stagionati, pietanze di carne e a dolci: per chi volesse provarla ma non riesce a trovarla, ecco un utile link all’acquisto diretto.
Formato 33 cl., akc. 8.2%, lotto 17441B033, scad. 31/10/2018.NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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