Hops Not Hate (luppoli, non odio) è un’iniziativa a scopo benefico lanciata a maggio 2017 nel corso della Mikkeller Beer Celebration Copenhagen da Søren Parker Wagner, titolare del Fermentoren di Copenhagen, della beerfirm Dry & Bitter e relativi progetti collegati (qui la storia complicata).
Un idea abbastanza semplice: un birrificio vende una birra ad un distributore che la vende ad un bar o a un beershop. Ciascuno di loro s’impegna a donare il 50% dei ricavi in beneficienza: il 25% ad un’organizzazione locale, che si trovi entro i 30 km di distanza, ed il 25% ad un’organizzazione globale. Ogni anello della catena distributiva s’impegna a farlo e il consumatore finale, quando vede il logo di “Hops not Hate” sulle etichette o sulle spine, sa che bevendo quella birra sta aiutando diverse associazioni benefiche.
Ventiquattro i birrifici che hanno aderito subito all’iniziativa che ha debuttato con una collaborazione tra Dry & Bitter e Cloudwater, una IPA chiamata Compassion ovviamente presentata in anteprima al Fermentoren: il 50% dei profitti sono poi stati devoluti alle vittime dell'incendio alla Grenfell Tower. Sul sito di Hops Not Hate potete trovare nel dettaglio la storia del progetto e le modalità per prendervi parte.
Alla fine del 2017, nell’ambito di questa inziativa, il birrificio inglese Magic Rock e i danesi di Dry & Bitter si sono riuniti per realizzare una Session IPA chiamata Smallvoice, ovvero la “vocina” della propria coscienza. La birra è stata poi presentata ufficialmente il 19 gennaio 2018 presso la taproom di Magic Rock nel corso di un Tap Takeover di Dry & Bitter che ha visto come ospite anche Søren Parker Wagner.
Malti d’orzo Golden Promise e Acidulato, malto di segale e d’avena, maltodestrine, luppoli T90 Mosaic, Citra, Simcoe, Ekuanot nel whirpool, Cryo Hops™ Mosaic, Citra, Simcoe e Ekuanot in dry-hopping; lievito London Ale II.
Questa la ricetta di una Session IPA (4.3%) che si presenta opalescente, di colore dorato, con schiuma bianca cremosa e un po' scomposta, dalla buona persistenza. L'aroma ha una discreta intensità, è pulito e abbastanza elegante: mango, pompelmo, arancia e mandarino si dividono il palcoscenico in parti quasi eguali. A quattro mesi dalla messa in lattina la freschezza è ancora discreta e nel complesso il naso è piuttosto gradevole. Ottima è invece la sensazione palatale: una session beer morbida e dall'ottima presenza che si mostra senz'altro più grande di quello che è. La scorrevolezza rimane elevata. Smallvoice è una Session IPA intelligente, costruita con garbo, preservando per quanto possibile l'equilibrio tra gli elementi che la compongono. Non è una inutile spremuta di luppolo senza il supporto dei malti: qui pane e crackers sono ben percepibili e subito incalzati dal dolce del mango e dell'ananas, dell'arancia e del mandarino. Il finale è delicatamente amaro, con note erbacee e zesty, la chiusura ha quella secchezza necessaria a creare dipendenza ed aumentare la frequenza dei sorsi. Ben fatta, semplice ma intensa, pulita e profumata: questa Smallvoice di Magic Rock e Dry & Bitter cede un po' di freschezza a causa dell'età anagrafica ma è ancora una bevuta perfettamente godibile e soddisfacente.
Formato 44 cl., alc. 4.3%, lotto 1599, scad. 04/07/2018
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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