Ritrovo sempre con piacere Jackie O’s Pub & Brewery (qui la storia), birrificio dell’Ohio che negli ultimi mesi è transitato sul blog con buona frequenza anche a causa delle ammissioni del fondatore Art Oestrike, costretto a dichiarare possibili infezioni su un certo numero di bottiglie prodotte nel 2017, alcune delle quali arrivate anche in Europa. La birra di oggi (la imperial stout Bourbon Barrel Champion Ground) è fra queste e quindi conviene anticipare la bevuta per cercare di limitare i possibili danni.
“In birrificio ascoltiamo molte musica reggae e l’accompagniamo con buone dosi di caffè” dicono alla Jackie O's. “Avevamo una imperial stout che stava invecchiando in botti ex-bourbon da 11 mesi ma che aveva bisogno di qualche aggiustamento. Così la torrefazione Stauf’s Coffee Roasters di Athens ci fornì del caffè giamaicano varietà Blue Mountain”.
Sull’etichetta viene raffigurato il negozio di dischi ambulante Swing a Ling di proprietà di Charlie Ace. Charlie era un Dj giamaicano attivo a partire dalla fine degli anni ’60: la figura del Dj giamaicano non è da confondere con quella del DeeJay che conosciamo noi. Era un’artista che improvvisava toasting, uno stile vocale mezzo parlato e mezzo cantato, su di una base musicale di musica reggae già esistente. Charlie Ace non raggiunse la notorietà di altri Dj giamaicani come U-Roy, Big Youth, Dennis Alcapone e fu assassinato a Kingston all’inizio degli anni ’80. Possedeva anche una piccola etichetta discografica (Swing a Ling) e vendeva i propri dischi per le strade con un negozio ambulante ricavato da un vecchio furgone Morris.
Il suo vestito è di un color marrone prossimo al nero, mentre la schiuma cremosa e compatta ha un’ottima persistenza. L’aroma è pulito e abbastanza intenso, gli elementi “giusti” ci sono tutti: caffè, tostature, legno e bourbon, vaniglia, qualche suggestione di cocco, uvetta e prugna. Il mouthfeel è quello tipico delle produzioni Jackie O’s: non cercate densità o particolari intenzioni edonistiche, è una birra dal corpo medio-pieno che risulta gradevole ma che forse necessiterebbe di un po' più di "ciccia”. Il passaggio in botte caratterizza la bevuta imprimendole bourbon e una componente etilica che potenzia e riscalda dall’inizio alla fine: frutta sotto spirito e vaniglia accompagnano ogni sorso, mentre il caffè rimane sorprendentemente in secondo piano. Nel finale emerge qualche suggestione di cioccolato e di tabacco. Nel bicchiere c’è un liquido intenso e potente che tuttavia riesce ugualmente ad esprimere una buona eleganza: il bourbon limita abbastanza la velocità di bevuta obbligando ad un lento sorseggiare che non va visto così negativamente. E’ una birra da bere con calma, nel corso di tutta la serata: le manca sicuramente un po’ di profondità, soprattutto al palato, il caffè sbandierato in etichetta non brilla di gloria ma alla fine riesce comunque a regalare belle soddisfazioni.
Formato 37.5 cl., alc. 12%, lotto 2017, prezzo indicativo 17.00-20.00 euro (beershop)NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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