La produzione di birra all'interno del monastero austriaco di Schlägl, fondato dai Premostratensi nel 1218, è documentata a partire dal 1580, ma è sicuramente iniziata molto prima. Il birrificio era inizialmente posizionato all'interno nelle cucine e nel 1865 gli impianti furono spostati in un edificio precedentemente adibito a granaio: è qui, nella Stiftskeller, dove oggi potete mangiare e assaggiare tutte le birre della Stiftsbrauerei Schlägl ("il birrificio dell'Abbazia di Schlägl"). Nel 1954 la produzione è stata trasferita in un più moderno edificio al di fuori del perimetro del monastero: un trasloco necessario per aumentare la capacità e dotarsi di una moderna linea d'imbottigliamento che confeziona anche le birre prodotte dall'unico birrificio trappista, Stift Engelszell.
Il birrificio è ancora di proprietà dell'Abbazia di Schlägl ed è oggi guidato dal birraio Reinhard Bayer; la fa ovviamente da padrone la tradizione tedesca (con le helles Urquell e Kristall, Zwickl e Pils) ma ci sono anche aperture al Belgio, alle cosiddette "birra d'abbazia". Su di un piccolo impianto pilota viene infatti prodotta ogni anno una Belgian Strong Ale; lo stesso impianto viene anche utilizzato per produrre "Bierspezialitäten" che guardano al mercato craft: etichette più moderne, IPA ma non solo, visto che . La gamma include anche una birra affumicata, una weizen, una dunkel, una saison e alcuni affinamenti in botte.
Il monastero produce anche cinque varietà di limonata ed un brandy ottenuto distillando quella Doppelbock che andiamo ad assaggiare.
La birra.
La Doppelbock di Schlägl è una produzione invernale disponibile ogni anno a partire da novembre; si presenta di color oro antico, limpido, su quale si forma un cremoso cappello di schiuma biancastra dalla buona persistenza. Al naso pane e biscotto, miele, cereali, frutta secca a guscio: in sottofondo spuntano profumi di amaretto e un leggero diacetile. Ottima la sensazione palatale: pur senza risultare ingombrante è una doppelbock che scorre bene regalando sensazioni morbide, avvolgenti. Il gusto presenta una buona corrispondenza con l'aroma, proponendo una bevuta ricca di pane, miele, biscotto e frutta secca: l'alcool (8.5%) non fa sconti e si sente anche più del dichiarato, risultando alla lunga un po' fastidioso. Il finale non è impeccabile, con un leggero amaro terra e di frutta secca un po' sgraziato e di un'intensità che non t'aspetteresti di trovare in una doppelbock. Qualche imprecisione, un po' di diacetile e qualche passaggio non troppo convincente in una birra discreta, che riscalda il corpo ma alla fine del bicchiere lascia un po' freddo lo spirito.
Formato 33 cl., alc. 8.5%, lotto 23110912, scad. 23/05/2018.
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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