Grandi cose bollono nelle pentole del birrificio di Bristol Left Handed Giant, la cui storia l'avevo riassunta qui, accennandovi anche di una campagna di crowfunding per raccogliere le 400.000 sterline necessarie per aprire un secondo brewpub nel centro di Bristol. L'obiettivo fu sorprendentemente raggiunto nel giro di 24 ore (!) e la campagna si chiuse a fine marzo con un totale di 840.000 sterline raccolte da 1200 investitori. Il grande successo convinse il birrificio ad estendere il crowfunding di altre due settimane e puntare ad 1 milione di sterline, obiettivo raggiunto grazie a1498 investitori.
Il progetto iniziale, che prevedeva la costruzione di un "semplice" brewpub nella zona di Floating Harbour, è stato ampliato e spostato nell'area di Finzels Reach, sempre vicino al porto: un complesso industriale del diciassettesimo secolo occupato sino al 1881 dallo zuccherificio Finzel, uno dei più grandi di tutta l'Inghilterra. A partire dal 1788 vi trovò spazio anche il birrificio Georges Bristol, che arrivò ad occupare la maggior parte dei fabbricati e che, alla metà del ventesimo secolo, era uno dei più grandi birrifici del sud-ovest; nel 1961 fu acquistato dalla Courage, Barclay & Co Ltd. che lo chiuse nel 1999.
Oltre al nuovo birrificio/brewpub (quello attuale sarà destinato alla produzione di birre acide), la nuova sede di Finzels Reach ospiterà al primo piano un ristorante gestito dallo chef stellato Pater Sanchez-Iglesias e uno spazio per eventi culturali; al brewpub sarà comunque operativa anche una cucina più informale ed economica.
La birra.
Per pubblicizzare il crowfunding, lo scorso febbraio Left Handed Giant ha prodotto un IPA "dedicata alla nostra nuova casa nel centro di Bristol"; l'etichetta vi dà una vaga idea di come diventerà l'edificio in corso di ristrutturazione sul canale. La ricetta della Finzels Reach IPA prevede malti Extra Pale, Carapils, avena torrefatta, frumento torrefatto, luppoli Centennial, Ekuanot, Galaxy e Simcoe, lievito US-05.
Si presenta di color dorato piuttosto carico, leggermente velato, con un cremoso e compatto cappello di schiuma bianca dalla buona persistenza. L'aroma è molto poco intenso: s'avvertono comunque profumi di arancia e pompelmo, un tocco tropicale, qualche note dank e di cereali. Un po' pochino se si vuole competere con i birrifici inglesi più alla moda. Bene invece la sensazione palatale: corpo medio, la giusta quantità di bollicine, ottima scorrevolezza. Pane, crackers, un tocco dolce di mango e pesca, pompelmo, finale amaro resinoso di discreta intensità e durata. A parole sembrerebbe esserci tutto quello che basta per fare una grande IPA ma la realtà è un po' diversa: nel bicchiere c'è una birra non molto definita che viaggia col freno a mano tirato e non brilla proprio in quei luppoli che dovrebbero essere il suo punto di forza. Mirabile la ricerca (riuscita) di equilibrio senza cercare estremismi, bene la bevibilità ma il risultato finale è solo discreto: la poca secchezza non riesce neppure a renderla molto rinfrescante. La bevuta è comunque piuttosto godibile, ma c'è una grossa parte inespressa che lascia rimpianti, sopratutto se questa sarà in futuro la birra della casa per la nuova sede di Left Handed Giant.
Formato 44 cl., alc. 6.9%, lotto 21/02/2018, scad. 21/05/2018.
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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