giovedì 13 settembre 2012

Stone Imperial Russian Stout

Difficile riassumere in un post la storia della Stone Brewing Company, fondata nel 1996 da Greg Kock e Steve Wagner. Della loro splendida sede ad Escondido, circa 50 chilometri a nord di San Diego, parleremo più in dettaglio in un prossimo post ad hoc. Visitando oggi il birrificio con bistro e shop annesso si fa onestamente fatica a pensare alla Stone come ad un microbirrificio; le dimensioni, se pensiamo all'Europa, sono davvero imponenti. Parliamo di volumi annuali di produzione che superano i 100.000 barili; all'inizio non è stato ovviamente tutto così facile. E' la musica a far incontrare i due fondatori; Greg aveva uno studio/sala prove a Los Angeles che anche Steve frequentava. Qualche anno dopo, nel 1992, i due si rincontrano casualmente ad un corso di degustazione birra, e decidono d'iniziare a collaborare; la sede dei primi esperimenti è la cucina di Steve, che tra i due era quello con maggior esperienza di homebrewing. Greg inizia invece la raccolta dei fondi e bussa la porta di diversi potenziali investitori. Dopo quattro anni di esperimenti, fallimenti e successi, nel 1996 apre finalmente a San Marcos la Stone Brewing Company. Da quel giorno è stata un crescita senza sosta, e dai 400 barili dei primi mesi si è arrivati a superare la soglia dei centomila, gli impianti sono stati più volte ingranditi ma non è tutto; è arrivato lo Stone World Bistro and Gardens del quale parleremo in un prossimo post, ci sono le Stone Farms, (nove acri di terreno adibiti a fattoria che riforniscono in parte lo Stone Bistro), lo Stone Catering ( che ne direste di affidare a loro il pranzo del vostro matrimonio ?), diversi libri, tre negozi proprietari (Company Store) nella contea di San Diego dove potete acquistare birre, merchandising e riempire il vostro growler. Se tutto questo non basta, c'è in costruzione lo Stone Hotel, 50 camere nei dintorni del birrificio, l'aumento della capacità produttiva a 500.000 barili l'anno, l'apertura di un secondo bistro a San Diego (Liberty Station) ed il progetto più volte annunciato ma non ancora attivato di aprire un sito produttivo in Europa. Ma a monte di ogni cosa ci sono ovviamente delle grandi birre, che nascono dalla collaborazione di Steve Wagner con l'attuale mastro birraio Mitch Steele. La Imperial Russian Stout fu prodotta per la prima volta nel luglio del 2000, e negli anni si è guadagnata la reputazione di terza miglior Imperial Stout al mondo secondo l'americano Beer Advocate, mentre nella classifica del nordico (europeo) Ratebeer la birra si piazza (solamente) al numero 24. Luppolata con il solo Warrior, si presenta di color ebano scurissimo, ai confini del nero; impeccabile la schiuma color nocciola, molto fine e cremosa. Al naso emerge una torrefazione molto elegante e raffinata di malti, sentori di caffè, cacao amaro, e pane nero; il tutto amalgamato da una leggera nota alcolica che aumenta man mano che la temperatura aumenta. In bocca è molto morbida, il corpo è pieno e la carbonazione contenuta; sorprende soprattutto per una consistenza leggera, tra l'oleoso e l'acquoso, che non ti aspetteresti da una birra dal contenuto alcolico molto importante (10,5%). Questa Imperial Stout riesce così ad essere facile da bere ma ugualmente morbida e mai sfuggente; lo stesso discorso si applica alla componente alcolica: c'è, sempre presente, scalda, ma è una presenza discreta che non rallenta mai la bevuta. Non stiamo ovviamente parlando di una session beer, nel bicchiere abbiamo sempre una birra che richiede la giusta dose di cautela e che va comunque sorseggiata piuttosto che trangugiata. Al gusto troviamo tuttavia molta frutta sotto spirito, soprattutto prugne e mirtilli, e sorprendentemente in secondo piano caffè e tostature; a fine corsa emerge anche una leggera nota di anice. Lascia un lungo retrogusto caldo ed etilico, con un amaro tostato e leggermente terroso. Ci è sembrata una birra davvero molto solida e pulita, davvero ben costruita, anche se ci aspettavamo un pochino di più dal lato caffè/cioccolato; birra abbastanza giovane (uscita ad Aprile 2012)  ha probabilmente bisogno di un po' di cantina per smussare alcuni angoli ed evolvere. Visto il prezzo americano, è senza dubbio consigliato l'acquisto di una mezza dozzina di bottiglie da lasciare poi a riposare. Formato: 65 cl., alc. 10.5%, IBU 65, lotto 2012, scad. non riportata, prezzo 5.83 Euro ($ 6.99). 

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