Lo Utah è uno dei 18 stati Americani nei quali la vendita degli alcolici è controllata da una sorta di monopolio statale, curiosamente chiamato ABC ("Alcoholic Beverage Control"); in alcuni di questi stati il governo concede ai privati la possibilità di vendere alcolici per conto dello stato, ricevendone una commissione, mentre in altri (Alabama, Idaho, New Hampshire, Oregon, North Carolina, Pennsylvania, Virginia e Utah) gli unici negozi che possono vendere alcolici, come in alcuni nazioni del Nord Europa, sono quelli statali. Lo Utah è uno stato abbastanza vasto (circa 220.00 km quadrati, ovvero 10 volte la nostra Lombardia, per darvi un'idea) e non molto popolato, sopratutto nella più arida regione sud-occidentale, dove si trova anche la riserva degli indiani Navajo, che non fanno uso di alcool. In aggiunta, lo Utah è una stato dove la religione dominante è quella dei Mormoni, che praticano (anche) l'astensione dagli alcolici. Non è però questa la motivazione principale dell'esistenza del monopolio di stato, quanto il "manteninmento di un consumo responsabile di alcolici, eliminando qualsiasi forma di incentivo economico (sconti, offerte speciali) che possa spingere i cittadini ad un consumo smodato di alcolici". I negozi "di stato" saranno anche diffusi nelle zone metropolitane, ma noi che abbiamo girovagato per la parte meridionale, fatta di paesi molto piccoli, non ne abbiamo visto nemmeno uno. Questo preambolo serve ad avvertire chiunque abbia in programma un viaggio nella zona meridionale dello Utah, stupenda dal punto di vista paesaggistico (Monument Valley, Bryce Canyon, Zion Canyon, Canyonlands) ma molto arida dal punto di vista brassicolo. Visto che le vostre uniche possibilità di bere saranno i ristoranti, il consiglio è di fare scorta di qualche bottiglia prima di varcare i confini dello Stato. Non mancano tuttavia i birrifici "artigianali"; la Uinta Brewing Company fu fondata nel 1993 a Salt Lake City, nella zona meridionale dello stato, da Will Hamill e Del Vance. Curioso il modo in cui s'incontrarono. Hamill voleva chiamare il proprio birrificio Great Basin Brewing Company, ma scoprì che Vance aveva da poco aperto un birrificio con lo stesso nome. Decisero allora di diventare soci, ma dopo poco tempo furono costretti a cambiare nome in quanto scoprirono che esisteva già nel Nevada un birrificio così chiamato. Scelgono allora "Uinta", e la loro partnership continua sino al 2000, quando Hamill compra anche la quota societaria di Vance, quest'ultimo più interessato a far crescere il brewpub/ristorante che la capacità produttiva e la vendita di birra. Abbastanza ampia l'offerta brassicola, che di recente si è arricchita anche di birre maturate in botti di legno e dal contenuto alcolico (superiore al 9%) abbastanza inusuale per lo Utah. Abbiamo provato in loco, alla spina, la flagship beer del birrificio, la discreta Cuttroath Pale Ale. Dopo una birra "tranquillia", la nostra seconda Uinta è stata una Imperial Black IPA molto più impegnativa, da 109 IBUs e 9.2% di volume alcolico, brassata con l'aggiunta di semi di canapa. Il nome (Dubhe) è quello che lo Utah attribuisce localmente alla stella Alfa della costellazione dell'Orsa Maggiore. Si presenta di uno scurissimo color marrone, quasi nero, con una schiuma beige molto persistente e cremosa. Al naso, pulito ma non entusiasmante, troviamo agrumi (pompelmo, arancio) e man mano che la birra si scalda emergono sentori di caramello e di pane di segale. In bocca la base di malto è molto solida, l'alcool si sente abbastanza (accenni di whisky) ma la birra mantiene sempre una discreta facilità di bevuta; in una seconda fase emergono note di agrumi, seguite da un amaro molto intenso, vegetale e resinoso. Buon livello di pulizia ma poco "black", se escludiamo il colore, nessun sentore di tostatura o di caffè; nel complesso una birra gradevole, anche se non ci ha entusiasmato. Formato: 35,5 cl., alc. 9.2%, 109 IBU, lotto 15/05/2012, scad. non segnalata, prezzo 2.08 Euro ($ 2.49).
Nessun commento:
Posta un commento