Forse anche qualcuno di voi si sarà posto la domanda del perché una Black IPA abbia un nome fiammingo (Donkere Vader), quando lo stile di appartenenza non ha niente a che vedere con la cultura belga. La risposta è semplice, in quanto la birra in questione nasce come una collaborazione con l’olandese Derek Walsh (beer-writer, birraio, consulente e giudice in diversi concorsi tra i quali anche la nostra Birra dell’Anno). Ce lo racconta direttamente Giovanni Campari sul sito del Birrificio del Ducato: “Derek è un giudice di birre di fama internazionale, ha una grande conoscenza ed un approccio molto analitico; ci conosciamo da diversi anni e il nome della birra è in un certo senso un riferimento a lui, il mio “padre oscuro”. Diversi anni fa mi propose di fare una birra insieme, il nostro obiettivo comune era quello di brassare una Black IPA che non fosse dominata dalle tostature dei malti (come purtroppo spesso si sentiva nella maggior parte degli esempi in commercio) per permettere ai luppoli di sprigionare tutta la loro freschezza in libertà.”
Le prime cotte di Donkere Vader appaiono solo in fusto nella primavera del 2013: il suo debutto avviene all’evento Torbiere in Fermento di Corte Franca (Brescia), con una gradazione alcolica leggermente superiore a quella attuale (7% vs. 6%), ma è solo nel 2014 che entra ufficialmente nell’elenco delle birre prodotte (quasi) regolarmente. L’annuncio è quello di pochi mesi fa riguardante il restyling grafico e la riorganizzazione di tutta la linea produttiva del birrificio di Parma: all’interno della gamma “lo stile” trova posto anche questa Black IPA, disponibile da ottobre a dicembre. I luppoli utilizzati, se non ci sono stati cambiamenti rispetto alla versione che ha debuttato nel 2013, dovrebbero essere Athanum, Centennial, Spalter Select ed El Dorado. L’etichetta è perfettamente coerente con le altre “sorelle” di gamma, ma mette un po’ in disparte il profilo di Darth Vader rispetto alla clip della spina.
E' probabilmente la Black IPA più chiara che mi sia mai capitato di vedere: la precisa scelta di utilizzare una piccola quantità di malti torrefatti la rende di color marrone abbastanza scuro con riflessi ambrati; forma un ampio cappello di schiuma compatta e cremosa, beige chiaro, molto persistente. L'aspetto è bello ma, volendo essere pignoli, non è nera, e neppure "quasi" nera: chiamiamola "Brown IPA", allora ? La bottiglia è ancora fresca (un paio di mesi al massimo) e l'aroma non tradisce le aspettative. Immaginate di aprire in due un frutto e di ficcarci dentro il naso: la freschezza è quella. Parliamo di melone, ananas e lychee in primo piano, mentre bisogna attendere che la birra si scaldi un po' per far uscire un po' di mango, frutti di bosco (soprattutto lampone) e una leggerissima presenza di pane nero. In bocca c'è una carbonazione che personalmente reputo eccessiva, il corpo è medio e la consistenza è decisamente watery: da un lato la bevibilità ne beneficia, dall'altro avverto il bisogno di un pochino più di "consistenza". Anche perché la base di malto (pane nero) è solo da supporto ad un gusto che diventa subito molto dolce e fruttato, rispecchiando a grandi linee l'aroma, con il caramello quasi mescolato ad un generico"fruttato tropicale" pulito e molto gradevole. Stiamo tuttavia sempre parlando di una IPA: bene i profumi, d'accordo la frutta tropicale piaciona ma da una IPA mi aspetto un po' di muscoli e di vigore, un finale che deve lasciarmi almeno un po' di amaro. Dopo un bell'inizio intenso, questa Donkere Vader rallenta la sua corsa, andando solo a bilanciare il dolce con un amaro terroso e vegetale che non riesce però a diventare il protagonista conclusivo. La birra è ben fatta, fresca, profumata e pulita, e detto questo possiamo ricondurre il resto alla questione del gusto "personale": se siete per il dolce, gradirete senz'altro questa interpretazione di una Black IPA. Se invece cercate una buona dose di amaro (senza che dobbiate necessariamente asfaltarvi il palato), allora probabilmente resterete un po' insoddisfatti.
Formato: 33 cl, alc. 6%, lotto 188/14, scad. 08/2015, pagata 4.00 Euro (beershop, Italia)
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