Ritorna il birrificio londinese The Kernel, guidato da Evin O'Riordain, ormai reperibile in Italia con regolarità; sempre più difficile orientarsi nella vastissima gamma di birre prodotte, che per lo più costituiscono leggere variazioni della stessa ricetta. Il livello qualitativo medio è molto alto e quindi si potrebbe quasi acquistare alla cieca, ma è davvero difficile ricordare quelle che avete già bevuto se il mix di luppoli utilizzati è l'unica differenziazione del nome della birra.
Un po' più limitata e semplice da navigare la gamma delle stout con poche birre basiche ed alcune varianti date dall'aggiunta di spezie o dall'invecchiamento in botte.
La Export Stout London 1890 di Kernel mi aveva molto colpito, e così non ho esitato un attimo ad acquistare la Imperial Brown Stout London 1856. Come il nome suggerisce, anche questa si basa su una ricetta del passato, proveniente in questo caso dall'archivio della Barclay Perkins, storico birrificio di Londra (Southwark) fondato nel 1616 come Anchor Brewery da James Monger ed acquistato poi da Robert Barclay (si, della stessa famiglia di banchieri) e John Perkins nel 1781. Nel 1955 avviene la fusione con la Courage & Co. Ltd , con la produzione che termina definitivamente negli anni '70. Per sapere cosa accadde al marchio Courage, andate qui. Pare che questa ricetta sia in un certo senso l'antenato di quella che diventò poi la Courage Russian Imperial Stout, almeno secondo quanto viene riportato qui.
Nessuna sorpresa per quel che riguarda l'etichetta, che ripropone lo splendido minimalismo di Kernel, e tuttavia non dimentica di inserire un'informazione fondamentale, la data d'imbottigliamento. All'aspetto è di color ebano scurissimo ed impenetrabile; la schiuma che si forma è abbastanza modesta e poco persistente, anche se fine e cremosa. L'aroma offre un'interessante convivenza di caffè in grani, fondi di caffè, cioccolato amaro, tabacco, liquirizia, cenere, pelle e cuoio, con una discreta presenza etilica. Non c'è nessuna concessione - e sarà così anche in bocca - alla frutta, con il risultato di una birra che ricorda in pieno la Londra del diciannovesimo secolo. Cresciuta sino a diventare la città più grande del mondo, con quasi sette milioni di abitanti che vivevano in un ambiente fumoso e sporco, poco salubre, maleodorante. No, non ci sono off-flavors in questa Imperial Stout, ma un gusto molto intenso e "duro" di caffè, tostature e liquirizia; in sottofondo sfumature di cuoio ed una lieve presenza di salsa di soia. Nessuno spiraglio di luce. L'alcool è abbastanza ben nascosto, diventando protagonista solamente nel finale, quando regala un bel retrogusto caldo ed avvolgente, assieme alle note di caffè, di cenere e di liquirizia. A fare da contrappeso a tutto questo "nero" non c'è la frutta ma un sontuoso mouthfeel: il corpo è pieno, le bollicine sono pochissime, la consistenza è cremosa e morbida, con il risultato di una birra dal gusto duro ma che riesce ad essere ugualmente avvolgente ed appagante. Personalmente non l'ho trovata al livello della Export Stout 1890, ma è ugualmente una birra molto ben fatta che dà grosse soddisfazioni.
Formato: 33 cl., alc. 9.8%, lotto 07/10/2013, scad. 07/10/2018, pagata 5.98 Euro (beershop, Italia).
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