Il circolo Arci “I Vizi del Pellicano” di Fosfondo, Correggio (Reggio Emilia) offre da molti anni musica dal vivo, concerti, mostre e – ovviamente – la possibilità di mangiare e soprattutto di dissetarsi. Nel bar del circolo hanno fatto lentamente comparsa le prime birre artigianali, proposte sia alla spina che in bottiglia; il successo riscontrato tra i clienti ha convinto la gestione, nel 2012, a ristrutturare il sottotetto del casolare per creare un pub dedicato alla birra artigianale: “Il Vizietto” quattro spine, una pompa ed un’ampia selezione in bottiglia. Dietro il bancone la passione e (mi dicono) la competenza di Marcello “il Barone Birra” Giuliani. Sua è anche l’idea di realizzare, qualche mese fa, una birra in collaborazione con il Birrificio Oldo di Cadelbosco di Sopra (Reggio Emilia). Abbastanza insolita la scelta di orientarsi su di una Cream Ale: in Italia ce ne sono già diverse, ma non si può certo dire che sia uno tra gli stili maggiormente proposti dai nostri birrifici.
Vale allora forse la pena spendere due parole in più: si tratta di uno stile “nativo” americano risalente all’epoca anteriore al proibizionismo e che si diffuse soprattutto nel nord e nel mideast degli Stati Uniti per competere con le American Lager. La loro popolarità in Canada, dove il proibizionismo fu meno “feroce”, le consentirono di sopravvivere e di non essere definitivamente abbandonate, pur continuando ad essere prodotte in versioni molto più “blande” e meno luppolate rispetto alle originali. La craft beer revolution americana ha riportato in vita le Cream Ale pre-proibizioniste, dal carattere più luppolato e dalla gradazione alcolica più sostenuta.
Impossibile non parlare dell’etichetta di questa birra, chiamata Granny Hoppie e – per quanto mi riguarda – quasi sicura vincitrice del simbolico premio “etichetta dell’anno 2014”. La “folle” opera è del poliedrico artista reggiano Frankie Magellano. Lascio a voi ogni commento, sappiate solamente che l’etichetta è stata volutamente attaccata sul vetro della bottiglia in modo approssimativo per darle un “look” più invecchiato, “consumato”, che meglio si abbinasse all’anziana bevitrice ritratta. Splendida l’etichetta ma, lo dico da subito, ottima anche la birra.
Granny Hoppie quindi, "an hopped cream ale, the original one not for granny"; presente anche un drinker advisory: "granny content".
Di colore oro antico velato, con riflessi color rame; la schiuma che si forma è biancastra, fine e cremosa, compatta, con una buona persistenza. L’aroma è fresco e pungente, pulito, estivo: passando in sequenza pompelmo, lime, limone, arancio, ananas acerbo. Lasciate che la birra si scaldi un po' e sentirete affiorare sfumature più dolci di lampone e fragola, frutta tropicale, biscotto. Prerogativa di una cream ale è l'essere dissertante e rinfrascante, e questa Granny Hoppie centra il bersaglio. Vivacemente carbonata, ha corpo più medio che leggero ed una spiccata componente watery che fortunatamente ne alleggerisce un po' la bevuta aumentandone la velocità . L'ingresso è leggermente maltato (pane/cereali, biscotto) e poi è un festival di agrumi con qualche nota tropicale più dolce a bilanciare. Il finale è molto secco (forse un pelino astringente) con una bella chiusura amara ricca di zest (pompelmo, lime, limone) e qualche sfumatura erbacea. Davvero una bella session beer estiva molto profumata ed intensa, ruffiana quanto basta, da bere a ripetizione; la freschezza che ancora conserva le dona quella marcia in più che vorresti sempre trovare in birre di questo tipo, leggere, fragranti, discretamente luppolate. Spero non si tratti di una one-shot, e che venga replicata nel corso della prossima stagione estiva, in modo da prenotarne un cartone. E, nel caso vi foste posti la domanda, la risposta è sì: è una birra che potete anche far bere a vostra nonna.
Granny Hoppie è reperibile (credo) quasi esclusivamente presso il pub Il Vizietto di Coreggio; trovate ancora qualche bottiglia anche al beershop Wild Hops di Rubiera, dove la birra è stata presentata con un evento apposito all’inizio di Settembre Per una volta faccio “pubblicità gratuita”, ma se anche voi siete collezionisti di etichette (diamo per scontato che vi piace la buona birra), direi che vale la pena andare a fare la spesa.
Formato: 50 cl., alc. 4.6%, lotto AD032, scad. 31/03/2015.
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