E' con grande piacere che inauguro oggi un nuovo "spazio" sul blog, quello dedicato alle produzioni casalinghe. Rinnovo quindi il mio invito a tutti gli homebrewers che hanno voglia di esporsi e di far assaggiare le proprie produzioni: l'annuncio lo trovate qui.
Subito quindi un ringraziamento a Giancarlo Maccini, alias "Gianpostino", homebrewer di Solignano (Parma) e attualmente residente a Londra che si è sobbarcato l'onere di spedire un paio delle sue produzioni direttamente dall'Inghilterra! Quattro anni di homebrewing alle spalle, socio MoBi e della London Amateurs Brewers, ha scelto per il "birrificio" casalingo il nome "Postino Brewery", con un logo semplice che richiama gli annunci pubblicitari degli anni '60.
Borderline è invece il nome dell'American Pale Ale autoprodotta, tra l'altro fresca partecipante alla giornata di Verona dello scorso 21 settembre del Campionato Italiano per Homebrewers Mobi, dedicata agli "stili USA" e dove si è piazzata al quattordicesimo posto su 58 partecipanti. La birra ha anche partecipato all'ultima UK National Homebrew Competition ottenendo 43/50 punti sulla BJCP Scoresheet che è la stessa scala di valutazione da me utilizzata per stillare le divertenti classifiche di fine anno. Allo stesso concorso, se non erro, Giancarlo ha ottenuto con un'altra sua birra anche una Honorable Mention nella categoria delle birre affinate in legno.
La ricetta di questa Borderline Pale Ale prevede malti Maris Otter, Pale, Caramunich 2 e Biscuit, segale, mentre la generosa luppolatura è composta da Warrior, Simcoe, Chinook, Citra ed Amarillo.
All'aspetto è di color rame opaco (o ambrato scarico, se preferite), con riflessi dorati; la schiuma biancastra è abbastanza fine e cremosa, con una buona persistenza. L'aroma è pungente e molto intenso, portandosi dietro tutta la freschezza di una bottiglia con due mesi di vita. C'è un'elegante macedonia di frutta composta da pompelmo e arancio, mango, ananas, melone retato; scaldandosi, la birra regala anche qualche sfumatura di frutti rossi (lampone, fragola) e di caramello. Per pulizia ed eleganza l'ho trovato non molto distante da alcune produzioni professionali che arrivano proprio da Londra, come The Kernel e Partizan: abbondante dry-hopping, aroma piacione e un po' ruffiano, di quelli che creano grandi aspettative al palato che però bisogna poi mantenere. E al gusto devo dire che la birra fa qualche passo indietro rispetto ai profumi, sia per quel che riguarda l'intensità che la pulizia. Dopo l'ingresso maltato (biscotto e caramello) c'è un calo di tensione che porta quasi in secondo piano la parte fruttata (agrumi e tropicale) per poi risollevarsi nel finale vegetale amaro (forse anche un po' troppo, per una APA) che riporta in alto l'intensità ma che risulta un po' ruvido e piccante, anche (credo) per l'utilizzo della segale. C'è insomma un po' di incoerenza tra l'eleganza dei profumi e la ruvidezza del gusto (che non riesce però a trasformarsi in "rusticità") complice anche una carbonazione un po' troppo elevata. In conclusione, si tratta di un'American Pale Ale di un buon livello che, se devo essere sincero, non si riscontra spesso negli oltre settecento professionisti (birrifici/brewpub/beerfirm) di birra che ormai popolano la nostra penisola. C'è solo da lavorare sulla pulizia e sull'eleganza del gusto, per una bevuta che sia rustica (se queste erano le intenzioni) senza risultare sgraziata e che mantenga una buona parte delle aspettative create dall'ottimo aroma. Ringrazio ancora Giancarlo per la birra e vi dò appuntamento a presto per assaggiare la sua Saison.
E visto che ritengo che per ogni homebrewer il feedback sia la cosa più importante, ecco la mia (umile) "valutazione" secondo il BJCP Beer Scoresheet è di 36/50 (aroma 10/12, aspetto 3/3, gusto 13/20, mouthfeel 3/5, impressione generale 7/10).
Formato: 33 cl., alc. 6%, imbott. 18/08/2014.
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