Nell’ottobre del 2013 Stuart J. Ross, birraio di Magic Rock vola in Norvegia, a Stavanger, per realizzare una birra assieme a Mike Murphy, birraio di Lervig Aktiebryggeri. I due si erano conosciuti all’Haand Festival che viene organizzato ogni anno, in maggio, dalla Haandbryggeriet: la birra collaborativa viene realizzata presso gli impianti della Lervig, molto più capienti (dieci volte) di quelli di Magic Rock. Il risultato, che viene annunciato a gennaio 2014, non è a dire il vero molto originale: si tratta di una Farmhouse-IPA, che in questo caso indica una India Pale Ale rifermentata con brettanomiceti. Si cavalca insomma una delle tendenze attualmente più di moda tra i birrifici "artigianali" esteri, mentre in Italia ci sono ancora pochissimi esempi. A dire il vero l’etichetta parla di “belgian yeasts and brettanomyces”; per la fermentazione primaria è stato infatti utilizzato un blend di lieviti belgi, mentre i luppoli dovrebbero essere Chinook, Centennial e Citra. Una parte della cotta è poi finita in botti di Chardonnay ed è stata commercializzata con il nome di Rustique. Per una breve intervista ai birrai, andate qui.
Si presenta di color arancio pallido opaco, con riflessi dorati ed un cappello di schiuma biancastra, un po’ grossolana e non molto persistente. L’aroma è ancora abbastanza fresco (bottiglia di giugno?) ed offre una gradevole complessità fatta di agrumi (lime, cedro, pompelmo) e cereali che vengono affiancati da sentori più rustici di cantina e polvere, fieno, formaggio.
Un bell’equilibrio non facile da trovare in queste birre ibride: una IPA andrebbe bevuta fresca, i brettanomiceti hanno bisogno di tempo per emergere. Il rischio è che la maggior parte delle volte questo “contrasto” si risolva in modo poco soddisfacente: bevendola fresca, non sentirete l’apporto dei “bretta”; bevendola dopo molti mesi, l’aroma dell’abbondante luppolatura invecchiata potrebbe non risultare molto gradevole anche se abbinato ai “famelici” lieviti selvaggi. Bene anche in bocca: corpo tra il medio ed il leggero e vivace carbonazione per una birra scorrevole che si beve con buona facilità: è una birra molto secca e ricca di lime, limone e pompelmo, con qualche lieve nota dolce data dai malti (pane, cereali) e dalla polpa dell'arancio. La chiusura è molto pulita, con un bel finale amaro molto zesty che non fa però mancare qualche lieve rustica sfumatura terrosa. In bocca risulta quindi un po' meno interessante che al naso, facendo quasi dimenticare la parola "farmhouse" dell'etichetta, non fosse per la grande attenuazione che ricorda qualche Saison belga. Si tratta comunque si tratta di una IPA pulita e rinfrescante, ruffiana quanto basta e molto ben fatta che scorre via dal bicchiere molto velocemente senza richiedere nessuna sforzo. Promossa a pieni voti, senza indugi.
Formato: 33 cl., alc. 6%, lotto KL 12:38, scad. 24/06/2016, pagata 4.50 Euro (beershop, Italia).
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