venerdì 17 ottobre 2014

Toccalmatto/Prairie Artisan Ales Okie Matilde

Ad inizio 2014  il Birrificio Toccalmatto di Bruno Carilli annuncia dal proprio blog l'arrivo di una nuova creatura, nata dalla collaborazione con Chase Healey del birrificio americano Prairie Artisan Ales"Abbiamo brassato questa belgian ale brettata, omaggio a una celebre birra trappista, alla leggendaria donna la cui storia lega l'abbazia di Orval a Canossa e allo stato natio del ostro ospite, l'Oklahoma. Non aggiungeremo altro": il suo nome è Okie Matilde. 
Cerchiamo allora di risolvere il mistero, ovvero di scoprire cos'è che lega l'abbazia di Orval a Matilde di Canossa e all'Oklahoma. Il nome dato alla birra non è molto d'aiuto: con la parola Okie si indica un nativo o un residente dello stato dell'Oklahoma. Ma state attenti a dirlo, non si tratta esattamente di un complimento: in California la parola veniva infatti usata negli anni '30 per indicare in modo dispregiativo i poveri immigranti che arrivavano dall'Oklahoma o dagli stati vicini (Texas, Arkansas, Missouri). Negli anni '70, sempre in California, con Okie si indicava qualsiasi membro di un sottogruppo etnico-culturale, come ad esempio potevano essere gli immigrati italiani, gli irlandesi o i polacchi. Ancora negli anni 90 la California vietò ad un ristorante chiamato Okie Girl di mettere la propria insegna pubblicitaria al bordo della Interstate 5, con la motivazione che "si trattava di un insulto ai residenti dell'Oklahoma"; fu solo dopo una lettera del governatore dello stato "offeso" che il divieto fu rimosso. Insomma, sebbene il termine abbia perduto gran parte del suo potenziale offensivo, non usartelo con troppa leggerezza quando andate negli Stati Uniti. 
Tutto questo non ci aiuta però a capire quale sia il legame tra l'Orval e l'Oklahoma. Spostiamoci in Belgio, allora, dove le cose sono decisamente più facili, Partiamo dal matrimonio tra la granduchessa Matilde di Canossa e Goffredo IV detto "Il Gobbo", avvenuto nel 1069; un matrimonio infelice ma, si sa, a quel tempo non ci si sposava certo per motivi sentimentali, soprattutto tra nobili. Goffredo (duca di Lorena) e Matilde vissero praticamente sempre separati, e dopo neppure due anni Matilde era già tornata da sola in Italia. Nel 1076 Goffredo viene assassinato per ordine del conte delle Fiandre e, quasi contemporaneamente, il loro giovanissimo figlio muore a seguito di una caduta nelle gelide acque del fiume Semois che scorre vicino a quello che allora era il Monastero di Orval ancora in costruzione. E a questo punto terminano i fatti storicamente documentati ed inizia la leggenda: questa vuole che il conte Arnoldo II di Chiny (proprietario del luogo dove avvenne la tragedia) portò Matilde, per alleviare il suo dolore, a visitare il neonato Monastero. Ma quando Matilde immerse la mani nell'acqua di una delle sorgenti interne alle mura del Monastero, la sua fede nuziale scivolò dal dito perdendosi tra le acque; Matilde pregò allora la Vergine Maria affinché potesse ritrovarla e, come per miracolo, una trota saltò fuori dalle acque portando in bocca il prezioso anello. All'interno dell'Abbazia di Orval si trova ancora oggi la "Fontana Matilda" sorta nel luogo in cui sarebbe avvenuto il prodigio. La contessa, stupefatta, esclamò "questo luogo è davvero la valle dell'oro!". L'equivalente francese, Val d'Or, è poi mutato nel corso del tempo in Orval, e una trota con un anello in bocca è ancora oggi raffigurato sul logo del birrificio trappista; Matilde ricompensò con lauti finanziamenti il virtuoso monastero.
Svelata una metà del mistero "Orval-Canossa-Oklahoma", rimane nell'ombra il restante 50%; personalmente non sono riuscito a  trovare nessun legame concreto tra Orval e l'Oklahoma, e prego qualcuno più informato di me di farsi avanti e portare un po' di luce nel buio.
Passiamo invece a cose più terrene e concrete, ossia la nostra amata birra. Okie Matilde è una Belgian Ale "brettata" come lo è la Orval ed anche l'alcool (6.2%) è allo stesso livello.
Di colore arancio opaco, forma un cappello di schiuma bianca un po' grossolana, saponosa ma dalla buona persistenza. Il naso offre profumi di fiori bianchi, pepe, scorza d'arancio, pesca e pera, biscotto ed una evidente componente lattica: ottime sia l'intensità che la pulizia. Con un corpo tra il medio ed il leggero e una carbonazione media, in bocca rivela buona scorrevolezza ma non troppa vivacità: il gusto è prevalentemente dolce di frutti gialli, con note di arancio ed una leggera acidità che la rende molto rinfrescante e dissetante. La bevuta è molto facile e soddisfacente, con un finale rustico ed amaro, terroso, vegetale con una nota di erbe officinali. Molto intensa, ben fatta e pulita, questa Okie Matilde ha Brettanomiceti più evidenti al naso che in bocca, non ha la stessa "bevibilità assassina" di una Orval in piena forma ma, se si tratta di un omaggio alla trappista belga, è un tributo molto ben riuscito ed azzeccato. L'unica nota dolente è purtroppo il prezzo: 75 cl. di Okie Matilde costano circa come 132 cl. di Orval (quattro bottigliette da 33, prezzo italiano). A voi la scelta.
Formato: 75 cl., alc. 6.2% lotto 13093, scad. 31/12/2018, pagata 10.26 Euro (beershop, Italia).

5 commenti:

  1. Molto bello il preambolo storico e culturale, direi una chicca. Sembra una buona birra, ma si ritorna a quello che dicevo la volta scorsa ( mi sa che rompo con i miei commenti frequenti... ) , in Italia il prezzo della birra non ha alcuna logica. Però toccalmatto mi piace un sacco come birrificio. Peccato che in Italia i birrifici "prepotenti", succosi e saporiti( almeno secondo il mio gusto), sinspostano sempre oltreoceano come gusti e sperimentazioni. E i prezzi... Li trovo assurdi. Questo è un esperimento diverso che credo rappresenti una strada buona da percorrere. Tra qualche anno immagino che in Italia la rivoluzione sarà completa e lo spero, tassazioni permettendo. PS: hai provato le creazioni Giratempo? Credo sia il birrificio ( forse non è un birrificio) più piccolo di Italia, ma la Yule e la manico rosso sono ottime. Specie la seconda, che si trova a prezzi onesti per essere italiana ( fa 75 l'ho pagata 8,5 euro). Grazie sempre per lo splendido lavoro, buona giornata.

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    1. nessun problema, commenta pure, ci mancherebbe!
      sui prezzi sfondi una porta aperta. c'è da dire però che birre come questa ("speciali" o collaborazioni) hanno prezzi elevati anche nei paesi dove di solito la birra costa poco (USA, Germania, Belgio). quello che manca invece in Italia sono le birre "base", da bere tutti i giorni, a prezzi "umani". i prezzi si sono allineati ad un certo livello, sia che si tratti di una semplice pils o golden ale o IPA sia che si tratti - come in questo caso - di una birra un po' più sofisticata che magari giustificherebbe il prezzo più elevato.

      Giratempo non l'ho ancora provato, se mi capita non mancherò
      ciao

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  2. Fulmini e saette! Chissà se riuscirò ad assaggiarla un giorno!
    Mi associo ai complimenti di Albus e tanto di cappello per la dedizione e l'impegno profusi nel descrivere e far conoscere Birre impensabili.

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    1. grazie. questa non è difficile da trovare, la vedo anche in molti beershop online

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  3. grande, mi associo ai complimenti, hai un gran bel blog e tutto sommato questa creazione costa poco rispetto ai canoni correnti delle birre di base.

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