Anche in Francia - con le dovute proporzioni - è in atto una piccola craft beer revolution. Di microbirrifici la Francia ne ha sempre avuti, ma le loro produzioni non andavano oltre la classica offerta "blanche/bionda/ambrata/scura" con risultati, tranne che in pochissimi casi, ben lontani dall'eccellenza. Da qualche anno anche i microbirrifici francesi hanno scoperto (a voi decidere se sia un bene o un male…) le APA e le IPA, le Imperial Stout, i luppoli americani, soprattutto. Sembra un po' di rivedere quanto accadde in Italia quattro-cinque anni fa: spuntano nuovi produttori, con passione e voglia di fare. La costanza produttiva e la qualità invece sono ancora abbastanza altalenanti e - ripetendo quanto detto prima -ben lontane dell'eccellenza; chi segue il blog con regolarità avrà avuto occasione di leggerlo.
Diamo tempo al movimento francese, e chissà che tra qualche anno non ci regali qualche grande soddisfazione. Per il momento, si vede già qualche effetto positivo che consiste nell'ampliamento dell'offerta: se fino a qualche anno fa Parigi era una specie di deserto birrario (vi bastavano le dita di una mano per elencare i posti meritevoli di essere segnalati), adesso la situazione è profondamente cambiata: si aprono beershops, bar con una buona selezione di birre, e, prossimamente, anche un birrificio dove potrete portare la vostra ricetta e produrre la vostra birra. Beer firm? In Italia ne sappiamo qualcosa.
Vi ho già presentato la Brasserie Artisanale de la Pleine Lune in questa occasione: taglio corto, quindi, e passo alla quarta birra di questo birrificio che si trova un centinaio di chilometri a sud di Lione. Dopo tre birre americaneggianti (facili da fare, in teoria) e non particolarmente entusiasmanti, ecco la prova del Belgio: una triple. Prova superata? No.
Colore arancio carico opaco, con riflessi ambrati; la schiuma è biancastra, compatta e cremosa, dalla buona persistenza. Naso molto dolce, con caramello, canditi e - soprattutto - molta marmellata d'arancia; il bouquet si completa con sentori di zucchero candito, qualche sfumatura floreale ma anche di cartone bagnato. Al palato s'avverte subito la mancanza di qualche bollicina in più che avrebbe senz'altro aiutato a smussare un po' il dolce di questa Tripel/Triple. Il corpo è medio-pieno, e fortunatamente il gusto è meno dolce di quanto l'aroma facesse immaginare: su una base di biscotto e di caramello sale in cattedra l'alcool, mentre gli attesi canditi e frutti a pasta gialla vengono rilegati in secondo piano. L'alcool potrebbe avere la funzione positiva di "asciugare" il dolce della birra, ma in questo bicchiere ce n'è davvero troppo, ed il gusto ne risente in maniera negativa. Finisce con un'inattesa secchezza ed una lieve astringenza, ma sopratutto con un finale troppo acquoso per una birra dal contenuto alcolico importante. Bevuta che non raggiunge la sufficienza, birra poco gradevole e slegata e tanto lavoro ancora da fare.
Formato: 33 cl, alc. 8.3%, scad. 28/12/2018, pagata 3.90 Euro (beershop, Francia).
Nota: la descrizione della birra bevuta è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
Nota: la descrizione della birra bevuta è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.