Augusta, ovvero Augsburg in tedesco o AuXburg in campo brassicolo. La città della baviera ha da gennaio 2013 un nuovo micro birrificio, con sede in Ulmer Strasse 43, nel seminterrato di un brewpub chiamato Charly Bräu, nei pressi della stazione di Oberhausen. Il brewpub, aperto nel 1992 da Dieter Held, era passato nelle mani della Hofbräuhaus Traunstein e poi venne ceduto nel 2010 alla Brauerei Thorbräu, il secondo maggior birrificio (dopo Riegele) di Augusta. A fine 2012, Maximilian Kuhnle, patron della Thorbräu, decide di darlo in gestione all'amico Stefan Meitinger, che lo trasforma in una sorta di ristorante informale americano chiamato Bob´s Fast & Slowfood. Gli impianti per produrre la birra, ormai fermi da diverso tempo, vengono rimessi in funzione grazie a Felix Magdziarz, un birraio nato a Brema che viene chiamato da Stefan. Diplomato mastro birraio a Monaco, Felix ha alcune esperienze lavorative in Scozia ed in Sud Africa; in poche parole, al rispetto per il Reinheitsgebot affianca la voglia d’innovare, ovvero produrre stili anglosassoni in un contesto dove imperano Helles ed Hefeweizen. Il nuovo microbirrificio viene rinominato AuXburg City Brewery, anche se in sostanza si tratta di un marchio di proprietà della Thorbräu; il debutto arriva nel Gennaio 2013 con una Pale Ale chiamata “Fucking Rock & Roll”, nome che non credo le consentirà mai di essere esportata negli Stati Uniti e, probabilmente, neppure in Inghilterra. Ad ottobre dello scorso anno arriva in suo aiuto anche il birraio Douglas Williams, che Felix ha conosciuto in Scozia.
Ecco dunque la birra del debutto, dall’etichetta semplicissima ma di sicuro impatto visivo: colore arancio/ramato, con riflessi ambrati, opaco; la schiuma è bianca, cremosa, abbastanza fine ed è molto persistente. L'aroma è abbastanza pulito ma l'intensità è piuttosto scarsa, complice anche una freschezza che ipotizzo essere tutt'altro che ottimale, considerato che alla scadenza manca poco più di un mese: lieve presenza di agrumi (mandarino e arancio), qualche nota di biscotto. Un pochino meglio in bocca, dove per lo meno si raggiunge la soglia della (quasi) sufficienza: pane e biscotto, arancio e pompelmo, con un finale amaro di discreta intensità ricco di scorza d'agrumi (lime e pompelmo). C'è una bella secchezza, ma la pulizia è tutt'altro che esemplare e la bevuta risulta pesante, un po' "lievitosa" e meno scorrevole di quello che dovrebbe essere. L'intensità sarebbe buona, ma è una birra da sgrezzare e da ripulire prima di potersi definire gustosa o per lo meno discreta. Allo stato attuale rimane qualcosa di bevibile, ma non molto di più: fucking rock & roll o fucking beer?
Formato: 33 cl., alc. 5.2%, scad. 21/07/2014, pagata 1,68 Euro (beershop, Germania).
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