Ritorniamo a parlare dopo un po’ di tempo dell’abbazia trappista Notre Dame di Koningshoeven, ovvero La Trappe, fino a pochi anni fa l’unico monastero al di fuori del Belgio che poteva vantare il logo “authentic trappist product” in etichetta; poi sono arrivati i trappisti austriaci di Engelszell, gli americani di Spencer, ed i fratelli olandesi di Zundert, nati nel 1898 proprio da una costola di La Trappe.
Ma l’abbazia di Koningshoeven è anche stata quella più birichina, con la “scomunica” ed il conseguente ritiro del permesso di utilizzare il marchio trappist arrivato il primo dicembre del 1999. L’aumento della domanda e l’avanzata età della maggior parte dei monaci, non più in grado di lavorare regolarmente in sala cottura, aveva obbligato i monaci a stringere degli accordi commerciali e produttivi con soggetti all’esterno; terminata la partnership con l’Artois (oggi AB Inbev), alla quale fu ceduto l’uso degli impianti per dieci anni (1969-1979), nel 1998 i monaci raggiunsero un accordo (produzione e distribuzione) con Bavaria, ritirandosi però di fatto dal controllo diretto della produzione della birra. Venendo a mancare uno dei requisiti fondamentali per il riconoscimento di “birra trappista” (la produzione, o almeno il suo controllo, da parte di monaci trappisti), la International Trappist Association si è vista obbligata a prendere provvedimenti, restituendo poi il diritto ad riutilizzare il marchio solamente nel settembre 2005, dopo aver ricevuto le necessarie assicurazioni che i monaci avrebbero preso parte al processo di produzione all’interno del monastero.
Nel 2009, per festeggiare il suo 125° anniversario, l’abbazia decide di produrre una birra speciale del giubileo. Viene chiamata “Isid’Or”, in onore del fratello Isidoro Laaber (1853-1936), il primo birraio di La Trappe. Nel weekend del 4-5 luglio 2009 viene presentata la birra, che utilizza anche il luppolo Perle coltivato nei campi di proprietà dell’abbazia; per chi è interessato, ecco il ricco reportage fotografico dell’evento.
Inizialmente pensata come una birra celebrativa unica, la Isid’Or è poi entrata in produzione stabile ampliando ulteriormente il già vasto (se paragonato a quello degli altri trappisti) catalogo di La Trappe. E’ una belgian strong ale ambrata e leggermente velata, con bei riflessi che spaziano dal rossastro al rame: fine, cremosa e compatta la schiuma, color ocra, dalla buona persistenza. L’aroma apre con sentori di frutti rossi dolci (ciliegia, qualche ricordo di fragola) ed aspri, frutta secca, toffee e zucchero caramellato. Pienamente rispettata la tradizione belga al palato, con l’alcool è molto ben nascosto ed una ottima facilità di bevuta; la carbonatazione è vivace quanto basta ed il corpo è medio. Il gusto è piuttosto dolce senza mai risultare stucchevole, con biscotto e caramello, canditi, frutta macerata, uvetta, miele ed una lieve speziatura; a bilanciare ci sono note di pane tostato, una leggera acidità ed un finale di mandorla amara e lievemente terroso. Il palato risulta alla fine abbastanza asciutto e ben pulito, pronto per godersi il retrogusto morbido e caldo di frutta sotto spirito, che lascia piuttosto soddisfatti.
Formato: 75 cl., alc. 7.5%, lotto K28B13, IBU 25, scad. 08/2015, pagata 6.20 Euro (Italia).
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio
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