Se a Weihenstephan (birrificio "statale") reclamano il titolo di "birrificio più antico del mondo", fondato nel 1040, venticinque chilometri più a nord, a Herrngiersdorf, sbandierano orgogliosi quello de "il più antico birrificio privato del mondo", 1131. Fu in quell'anno che i monaci benedettini del monastero di Geisenfeld iniziarono a produrre birra utilizzando il birrificio che si trovava all'interno del castello. La guerra dei trent'anni, che nel diciassettesimo secolo provocò enormi distruzioni in tutta la Baviera, non risparmiò il castello di Herrngiersdorf ma lasciò intatto il birrificio, in quanto agli invasori provenienti dalla Svezia non dispiaceva bere la birra.
Il castello rimase in uno stato di abbandono per molti anni, mentre il birrificio fu subito ristrutturato nel 1709 del conte di Guggemos, che nel 1874 lo cede al notaio Mühlbauer: per alcuni lavori di consolidamento si affida a Paul Pausinger, capostipite di una nota famiglia di costruttori di Landshut. Nel 1899 il notaio decide di mettere all'asta il castello ed il birrificio annesso, che viene acquistato proprio da Paul Pausinger, i cui discendenti ne detengono ancora la proprietà.
Appena una decina le birre prodotte, tutte rigorosamente rispettose della tradizioni tedesca, alle quali nel 2000 s'aggiunge la stagionale Sündenbock ("il capro espiatorio", dovrebbe essere la traduzione letterale del nome), una doppelbock stagionale disponibile ogni anno a partire dal mercoledì delle ceneri.
Nel bicchiere è di un bel color ambrato carico, limpido, con riflessi ramati, e forma una testa "croccante" di schiuma beige chiaro, cremosa e compatta, dall'ottima persistenza. Al naso troviamo pane nero e ciliegia sciroppata, prugna, caramello, mela al forno, qualche lieve sentore di fragola: buone sia l'intensità che la pulizia. Compromesso ottimamente raggiunto al palato tra scorrevolezza e facilità di bevuta, tipicamente tedesche, ed una sensazione tattile comunque morbida, senza eccessivi sconfinamenti nel "watery": il corpo è medio e le bollcine sono poche. Ci sono toffee e pane nero, ciliegia sciroppata e prugna, uvetta e caramello, a dare forma ad un gusto molto (forse un po' troppo) dolce e zuccherino: a contrasto c'è una chiusura leggermente amaricante, con note terrose e di mandorla amara che non si esprimono però al massimo dell'eleganza. L'alcool (7.3%) è molto ben nascosto, con un leggerissimo tepore di frutta sciroppata che si manifesta solamente nel retrogusto. E' una doppelbock pulita e dalla buona intensità, molto facile da bere, pericolosamente sul ciglio del burrone della stucchevolezza dal quale però riesce a salvarsi proprio all'ultimo secondo, regalando una bevuta comunque soddisfacente con un ottimo rapporto qualità prezzo.
Formato: 50 cl., alc. 7.3%, scad. 03/09/2015, pagata 0.96 Euro (beershop, Germania)
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