Nuova collaborazione Toccalmatto, birrificio attivissimo, negli ultimi diciotto mesi, su questo fronte: sulle pagine del blog sono già transitate Mamma Santissima, Hops Tripper, Delta Red Disorder, Okie Matilde, M.I.L.D. Una delle ultime collaborazioni datate 2014 è quella con il birrificio norvegese Nøgne Ø; ma se dall’incontro vi aspettate qualcosa che abbia a che fare con la Scandinavia resterete delusi. Kjetil Jikiun, fondatore di Nøgne, ex pilota di aerei e appassionato di Giappone, è al momento ancora l’unico produttore europeo di Sake; alle sue spalle c’è anche un periodo come apprendista alla Daimon Shuzo di Osaka, un famoso produttore giapponese.
Scartata l’ipotesi di realizzare una birra fermentata con lievito da Saké (esiste già la Red Horizon), Kjetil propone di utilizzare ugualmente ingredienti della tradizione nipponica, in particolare lo yuzu selvatico (mishoyuzu), un agrume giapponese la cui pianta, da quanto leggo produce i primi frutti solo dopo diciotto anni di vita.
L’idea non è però originalissima, bisogna ametterlo; in commercio esistono già numerose birre “allo yuzu”; se la più nota commercialmente è senz’altro la Iki Beer Yuzu, prodotta da De Proef e che potete trovare anche in alcuni supermercati italiani, quella che è invece più conosciuta ai birrofili è la nuova Double IPA di BrewDog chiamata Konnichiwa Kitsune. Giusto per citarne qualcun’altra, ecco la Lips of Faith Yuzu, una berliner weisse di New England (USA), la Orange Yuzu Glad I said Porter di Mikkeller, la Femme Fatale Yuzu IPA di Evil Twin, lo OWA Yuzu Lambic, la Golden Yuzu di Samuel Adams e, per finire nella stessa categoria della birra di oggi, ecco la Yuzu's Saison di Elysian (USA), la Nest Yuzu Saison di Hitachino (Giappone), la Yuzu Saison di Pipeworks (USA).
Bruno Carilli e Kjetil Jikiun partono dalla base si una Saison di Toccalmatto aggiungendo quindi yuzu selvatico e scorze di bergamotto; il risultato è una saison “invernale”, dal deciso contenuto alcolico (10.5%) e chiamata Tohki-shu, che in giapponese significa “bevanda alcolica per la stagione invernale”.
Si presenta di un colore tra l’arancio carico e il dorato antico, abbastanza velato, e forma un piccolo cappello di schiuma avorio, cremosa e dalla buona persistenza. Naso fresco, molto intenso pulito che affianca agli agrumi (non ho ancora avuto l'occasione di annusare o assaggiare uno yuzu, qui è più simile a un limone che a un mandarino) dei sentori vegetali, quasi di erbe officinali: in sottofondo caramello, frutta gialla, qualche accenno di canditi. Il percorso continua in linea retta anche al palato, dove la Tohki-shu arriva con un ottimo mouthfeel, quasi cremoso, corpo medio-pieno e una discreta carbonatazione; biscotto e caramello, sciroppo di agrumi (yuzu o limone, soprattutto), zucchero e canditi, con un bell’equilibrio tra dolce ed aspro. C’è un buon livello di secchezza se si considera l’elevato tenore alcolico, un leggero carattere rustico donato dal lievito ed un finale amaro di erbe officinali (ci sento quasi il rosmarino). Il gusto è in prevalenza sciropposo, con l’alcool molto ben nascosto a regalare un lieve calore di canditi e frutta sotto spirito solo nel retrogusto.
Una birra-ossimoro (Saison invernale), la cui bevibilità non è ovviamente quella di una saison “estiva” senza però richiedere molto impegno, nonostante l’importante contenuto alcolico. Il risultato è convincente, pulito e bilanciato, con un profilo aromatico e gustativo abbastanza particolare ma molto interessante e capace di regalare soddisfazione: un po’ troppo generoso il formato da 75 cl., ma per fortuna a casa Toccalmatto (che ha di recente inaugurato la nuova sede produttiva) stanno per nascere anche le “piccole”.
Formato: 75 cl., alc. 10.5%, lotto 14074, scad. 23/09/2019, pagata 12.00 Euro (birrificio)
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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