Nonostante la birra occupi (patologicamente) una buona percentuale dei miei pensieri quotidiani e cerchi di restare sempre aggiornato su quello che accade nel mondo, ammetto di non riuscire tenere il passo della scena italiana e delle sue quasi mille entità (birrifici, brewpub, beerfirm) che operano sul mercato.
Devo quindi confessare di non aver mai sentito parlare di PLB - Project Local Brewery sino al momento in cui mi sono ritrovato ad acquistare una bottiglia. Da quanto capisco si tratta di un ramo dell'azienda agricola Podere La Berta, fondata a Brisighella (Ravenna) agli inizi degli anni settanta da Marcello Giovannini e rilevata nel 2009 dalla famiglia Poggiali. Oltre a vino e grappa, tra i prodotti offerti dal podere dal 2015 vi è anche la birra: cito testualmente "Project Local Brewery nasce in seno al Podere La Berta e al progetto di valorizzazione dell’identità romagnola, dei suoi prodotti e della sua cultura".
Mi aspetterei quindi una birra prodotta in quel di Brisighella ma in realtà la Project Local Brewery si trova a Castelnuovo Berardenga (Siena), in pieno Chiantishire e a 220 chilometri dal Podere La Berta. Per trovare un nesso logico bisogna googolare un po' e scoprire che il birrificio è situato all'interno della Fèlsina S.p.A. Società Agricola, azienda che produce vino ed olio di proprietà dal 1966 della stessa famiglia Poggiali; a guidarlo il birraio Davide Calfa, studi alla VLB di Berlino e una breve esperienza presso il birrificio Karma.
Sei le etichette prodotte sino ad oggi: American Pale Ale, India Pale Ale, Golden Ale, Irish Red Ale, Porter e una Strong Ale invernale che andiamo ad assaggiare.
La birra.
Nel bicchiere si presenta di colore arancio opaco, con un compatto cappello di schiuma biancastra, "croccante", fine e cremosa, dall'ottima persistenza. L'aroma affianca profumi floreali a quelli di miele, canditi (albicocca e arancia), marmellata d'agrumi, zucchero candito; in sottofondo un delicata speziatura nella quella intravedo ricordi di coriandolo. Il gusto prosegue il percorso in linea retta senza nessuna divagazione: si parte dal biscottato e dal miele per continuare con il dolce di canditi, pesca e albicocca. La componente zuccherina è notevole e l'alcool, la vivace carbonazione e l'amaro finale (curaçao, terroso) appena accennato non riescono mai a contrastarla completamente: ne risulta un dolcione natalizio, pulito e gradevole nei primi sorsi ma che alla lunga stanca un po' il palato. Sicuramente una maggiore attenuazione e un'acidità più pronunciata l'avrebbero snellita e resa molto più fruibile alla distanza. Il lievito belga non risulta particolarmente espressivo, l'alcool è comunque sotto controllo, riscaldando quanto basta con un calore che aumenta d'intensità solo nel finale, ovviamente dolce, di frutta sotto spirito.
Formato: 33 cl., alc. 8.5%, IBU 22, lotto WA01/15, scad. 11/2017, prezzo indicativo 4.50/5.00 Euro (beershop).
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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