Nasce nel Settembre del 2010 la nuova birra del birrificio svizzero Bad Attitude; si chiama Hipster e rappresenta “la prima volta” in bottiglia di un birrificio che sino ad allora aveva scelto esclusivamente di distribuire i propri prodotti in fusto e lattina. Per questa "piccola" rivoluzione viene scelto un formato di bottiglia singolare, molto leggero e quindi ecologico, che si ispira alla “stubby”, la bottiglia nazionale canadese usata tra il1 1961 ed il 1984, in un periodo dove la concorrenza dei prodotti americani era relativamente debole e la legislazione canadese permetteva ai birrifici canadesi di vendere le proprie bitte solamente all’interno della propria provincia. Lo scenario cambiò profondamente negli anni ’80, con la caduta del divieto di vendita “interprovinciale” e, soprattutto, con la conquista del mercato canadese da parte della Miller, venduta nella classica bottiglia dal collo “lungo” alla quale siamo oggi abituati. Ben presto anche i birrifici canadesi adottarono questo formato e la stubby andò in pensione. Torniamo alla Hipster, che Bad Attitude definisce un “pilsner wine” ovvero, provando ad interpretare, non una “normale” imperial pilsner perché la ricetta prevede l’utilizzo di spezie (coriandolo) che sono ovviamente escluse dallo stile di riferimento. Si tratta anche della prima birra biologica di Bad Attitude, visto che malto d’orzo, zucchero, coriandolo e luppoli (Perle e Mittelfrucht) provengono da agricoltura biologica. All’aspetto è di color oro carico, quasi limpido; la schiuma, bianca, fine e cremosa, è molto persistente. L’aroma, molto forte, presenta sentori floreali (camomilla) ma un dominio quasi assoluto di miele d’acacia; la speziatura (coriandolo) è molto leggera. C’è buona pulizia. Il gusto si rivela essere molto meno intenso (e meno pulito) dell’aroma; note di pane, ritorno di miele, con un amaro erbaceo a bilanciare ed a portare in dote un bel taglio finale secco. Il retrogusto, amaro erbaceo, è di buona intensità. A dispetto di una gradazione alcolica abbastanza sostenuta (7.6%), il corpo di questa Hipster è quasi leggero; la carbonazione abbastanza vivace e la consistenza quasi watery la rendono molto facile da bere. Ci sfugge però il significato di “pilsner wine"; si tratta indubbiamente di una versione “sostenuta” di una pilsner, ma l’alcool è così ben nascosto da far pensare quasi ad una “strong lager” che ad una qualsiasi forma di vino. Questa Hipster parte bene, con un aroma molto ricco, quasi opulento, carico di miele (anche se manca l’eleganza delle migliori pils), mentre si perde per strada in bocca scivolando un po’ nell’anonimato con un gusto semplice ma privo di quella meticolosa pulizia che un’interpretazione di una pils dovrebbe comunque avere. Non male, ma neppure da ricordare, con la scusante di una bottiglia vicina alla data di scadenza. Formato: 33 cl., alc. 7.62%, IBU 27.5, scad. 29/11/2012, prezzo 2.50 Euro.
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