La Marble Brewery di Manchester nasce nel 1997 sostanzialmente come un ultimo tentativo per risollevare le sorti del pub The Marble Arch Inn. Secondo le parole del proprietario Vance Debechval e del manager Mark Dade, la scelta era tra "trasformarlo in un pub con karaoke o affiancarle un microbirrificio"; fortunatamente i due scelgono la seconda opzione. Nel 2000 Mark fuoriesce per fondare la Boggarts Brewery, sempre a Manchester, e da allora il posto da birraio viene occupato da James Campbell. Non solo il Marble Arch Inn è oggi ancora aperto, ma il birrificio ha altri due locali di proprietà: la Beerhouse, nel sobborgo di Chorlton, ed il piccolo 57 Thomas Street nella zona nord di Manchester. Fino al 2011 la Marble Brewery è stata ospitata nello stesso edificio del March Arch, mentre ora si trova in uno stabile a circa cinquecento metri di distanza; la prima domenica (alle 13.30) ed il terzo martedì (18.30) del mese è possibile effettuare un tour del birrificio della durata di circa quaranta minuti. Per una panoramica delle birre prodotte, incluse alcune collaborazioni come la Earl Grey IPA che abbiamo assaggiato in questa occasione, vi rimandiamo al sito del birrificio. Tra quelle che compongono la gamma "session", la Manchester Bitter è l'unica disponibile in bottiglia, mentre le altre tre "sorelle" sono disponibili solamente in cask. E è un vero peccato, perché di bitter fatte così ce ne vorrebbero, per consolare tutti quelli che non possono andarsela sempre a bere direttamente al pub. E' dorata, velata, con due-tre dita di schiuma bianca, cremosa e "croccante", dalla buona persistenza. L'aroma è delicato, ma davvero molto raffinato, pulitissimo, e permette di cogliere moltissime sfumature, a partire da un leggero fruttato tropicale (mango), mai cafone, seguito da evidenti sentori di mandarino, arancio, albicocca disidratata ed erbacei. In bocca è molto leggera, anche se paga un pochino il dazio del "bottle conditioning" che la rende un po' troppo carbonata rispetto ad una bitter da pub. S'inizia con cereali e pane, il fruttato è molto meno evidente rispetto all'aroma, con poche concessioni al dolce, anche perché arriva subito un bell'amaro pulito e delicato, ricco di scorza di pompelmo, lime e lemongrass, che ci accompagna sino alla fine. Ha un bel finale asciutto, ripulente e dissetante, ma per quanto questa birra vi possa dissetare, vi ritroverete sempre vogliosi di ordinarne un'altra pinta. Bitter molto raffinata e ben fatta, pulitissima, compagna ideale della calda estate, da bere ad oltranza. L'abbiamo intravista anche in qualche beershop italiano, quindi andate a cercarla. Formato: 50 cl., alc. 4.2%, scad. 22/07/2013, pagata 3.95 Euro (beershop, Inghilterra).
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