martedì 25 giugno 2013

Redchurch Great Eastern IPA

Ancora un debutto, sulle pagine del blog, ed ancora una volta Londra, tanto per continuare l'esplorazione della new wave di birrifici che si stanno pian piano riappropriando della capitale. Siamo ancora nella zona (nord) est, quella dove al momento si sono stabiliti la maggior parte dei nuovi birrifici: la fermata della metropolitana della Central Line è quella di Bethnal Green, l'indirizzo è invece 275-276 Poyser Street, appena un chilometro più a sud di un altro birrificio, London Fields. Anche Redchurch Brewery, che prende il nome dalla poco distante Redchurch Street, dove i fondatori Gary Ward e Tracey Cleland vivono, ha trovato casa sotto le solite arcate della linea ferroviaria. Il debutto avviene a settembre 2011 con una ricetta realizzata dall'ancora homebrewer Gary presso gli impianti della succursale di Bethnal Green Road della Mason & Taylor, chiusa poi a settembre 2012 per lasciare il posto al Brewdog Shoreditch. Una volta pronto l'impianto da 10 barrel, la produzione si è spostata nel sito attuale, che da Marzo 2013 ospita anche, al livello superiore, un piccolo bar dove potete bere le birre della casa e quelle di alcuni ospiti (al momento The Kernel). Personalmente apprezzo la scelta grafica del birrificio, molto pulita, essenziale, quasi minimalista. Passando invece alla sostanza, è il momento della Great Eastern, una India Pale Ale che vede l'utilizzo esclusivo di luppoli americani chinook, columbus e nugget. Si presenta di color oro con riflessi arancio, opaco, ed una bella testa di schiuma biancastra, fine, cremosa, persistente. Ottimo l'aroma, fresco, pulito e raffinato, con pungenti sentori di ananas sopra ogni cosa, ed in secondo piano passion fruit, pompelmo, mandarino. Le ottime premesse sono però molto disattese in bocca, dove scompare quasi tutta la freschezza fruttata dell'aroma per lasciare posto alla solida base maltata (biscotto) dell'ingresso che porta direttamente all'amaro di scorza di pompelmo, resinoso e pepato. Nel "mezzo" c'è una sorta di passaggio a vuoto nel quale l'alcool (7.4%) si fa particolarmente sentire; ne risulta una birra un po' impegnativa da bere, ruvida e monocorde, che manca al palato di quella finezza e di quella pulizia protagoniste dell'aroma. Ha un bel taglio finale secco, che ripulisce bene la bocca preparandola al lungo retrogusto resinoso ed etilico, ma non basta; IPA discreta che, nella mia modesta opinione, inizia benissimo ma si perde un po' per strada. Formato: 33 cl., alc. 7.4%, IBU 55, lotto 87, scad. 25/03/2014, pagata 4.13 Euro (beershop, Inghilterra).

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