Non era tra i birrifici italiani più “collaborativi”, il Lambrate di Milano; anzi, fino all’anno scorso aveva se non erro sempre agito in solitudine, almeno stando al database raterbeeriano. Poi, la svolta: arrivano la Grateful Deaf, in collaborazione con i birraio zingaro di Portland Ken Fisher, la Pussycat assieme agli olandesi di Kompaan, la Nero con i tedeschi di Mahr’s, la Ghhoolagolasecca assieme ai panamensi di Casa Bruja, Lagrozischi e Tartaruga con i polacchi di Artezan, e le recenti Macchèkeller! (assieme a Manuele Colonna) e Tiremm Innanz (una Vienna Lager realizzata assieme a quello che credo sia il birrificio italiano più “collaborativo”, ovvero Toccalmatto).
Un discorso analogo si potrebbe fare con i tedeschi (Bamberga) di Mahr’s, che solo nel 2015 hanno realizzato una birra assieme a Birradamare, al già citato Lambrate e ne hanno annunciata una con gli americani di Sierra Nevada che sarà pronta per la prossima Oktoberfest.
Lo scorso novembre 2015 Lambrate e Mahrs annunciano la nascita di una stout aromatizzata con cacao magro in polvere, granella di cacao ed affinata con chips di rovere: “Nero”, questo il nome scelto da Stephan Michel di Mahr’s e da Fabio Brocca di Lambrate, peraltro fresco di nomination di “birraio dell’anno”.
La birra.
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio della bottiglia in questione e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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