giovedì 31 marzo 2016

Schneider Weisse Tap 5 Meine Hopfen-Weisse

Nel 2007 Garrett Oliver, birraio dell’americana Brooklyn Brewery e Hans-Peter Drexler, birraio alla G. Schneider & Sohn,  si trovano in Baviera per realizzare assieme una birra. Drexler, diplomato a Weihenstephan dove ha anche lavorato per un paio d’anni sull’impianto “
sperimentale dell’Università, è arrivato alla Schneider nel 1982 come assistente birraio per poi diventarne "mastro" nel 1990. A Kelheim, dove ha sede la Scheider, Drexler non si è accontentato di perpetuare la tradizione risalente al 1928, anno di fondazione della Weisse Hofbräuhaus, ma ha anche introdotto delle piccole ma interessanti innovazioni. Galeotta fu una trasferta negli Stati Uniti nel 1998 nel corso della quale Drexler era stato inviato come giudice ad un concorso; gli aromi ed i sapori dei luppoli americani gli spalancarono le porte di un nuovo mondo. 
L'anno successivo realizzò la Tap 4 Mein Grünes, aggiungendo una generosa (per i parametri dello stile e gli standard della Baviera) luppolatura di Cascade  ad una ricetta del 1916 (la Festweisse) che veniva prodotta nel periodo dell’Oktoberfest; è lui a lanciare la gamma delle “Tap X” sotto la quale ogni anno viene realizzata qualche birra sperimentale o barricata, e spesso proposta nel formato “gourmet” da 75 centilitri ad un prezzo molto poco tedesco. Qui  ne trovate un esempio. 
Ma ritorniamo al 2007: Oliver e Drexler desiderano realizzare con il lievito di casa Schneider una birra di frumento che celebri i luppoli dei rispettivi continenti;  a maggio in Germania viene realizzata una robusta (8.2%) Weizenbock che utilizza Hallertauer Tradition  e  Saphir mentre a Brooklyn, in luglio,  si cerca di ottenere un risultato simile scegliendo Amarillo e Palisade. La versione americana esce nella serie Brewmaster's Reserve di Brooklyn in formato 75 centilitri con il nome Brooklyner-Schneider Hopfen-Weiss; la versione tedesca viene inizialmente chiamata Hopfen-Weisse e poi, una volta entrata in produzione stabile, rinominata Tap5 Meine Hopfenweisse.

La birra.
Realizzata con il 50% di frumento maltato e 50% di orzo maltato e, come detto, Hallertauer Tradition ed  Hallertauer  Saphir, anche in dry-hopping: è una Weizenbock che si presenta opalescente e di color arancio con qualche riflesso dorato; la schiuma è bianca e compatta, molto cremosa ma non particolarmente esuberante nonostante la lunghissima persistenza. Al naso, molto pulito ed intenso spicca subito la frutta tropicale: molto ananas, fiancheggiato da mango e un po' di melone retato. La speziatura donata dal lievito (chiodi di garofano, coriandolo) è molto delicata, così come la banana che rimane sempre in sottofondo. Il gusto ricalca le orme dell'aroma presentando un bell'equilibrio tra frutta tropicale, banana e un tocco di caramello: la speziatura (noce moscata, chiodi di garofano) è molto, molto delicata e il dolce è ben bilanciato dall'acidità del frumento. L'alcool (8.2%) si fa progressivamente sentire irrobustendo la bevuta e riscaldando il palato contribuendo ad asciugare il dolce assieme ad un velocissimo passaggio amaro erbaceo, anticamera di un retrogusto molto bilanciato nel dolce della banana matura e del frutto tropicale.
Impressionante - e pericolosa - la bevibilità di questa robusta Weizenbock che riesce ad essere rinfrescante e riscaldante al tempo stesso, sopratutto quando la temperatura nel bicchiere si alza; magistralmente eseguita, pulitissima, tiene a bada gli elementi tanto detestati da chi non ama la Hefeweizen: banana e fenoli, qui molto ben integrati e a tratti quasi celati dietro al profilo tropicaleggiante. 
Se penso ad un'interpretazione moderna di una Hefeweizen, con tutte le restrizioni imposte dallo stile,   il primo nome che mi viene in mente è proprio la Meine Hopfen-Weisse di Schneider. Ammetto di avere un debole per questa birra che bevo puntualmente ogni anno alla Weisses Bräuhaus di Schneider in centro (Tal 7) a Monaco di Baviera:  mezzo litro di Hopfenweisse per aprire le danze, mezzo litro di Aventinus per accompagnare la sostanziosa portata principale e, volendo concludere in bellezza, un bicchiere di Aventinus Eisbock assieme al dessert prima di dirigersi verso il letto.
Formato: 50 cl., alc. 8.2%, imbott. 28/09/2015 16:32, scad. 28/09/2016, 1.68 Euro (food store, Germania).

NOTA:  la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio della bottiglia in questione e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

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