Gli chef amano la birra e i birrai amano il buon cibo: si può utilizzare questa semplice equazione per giustificare tutte le numerose birre che vengono realizzate con la collaborazione di chef più o meno stellati? Ovviamente no: ci sono collaborazioni ben riuscite (qui e qui due a caso ospitate sul blog) ed altre francamente incomprensibili motivate solo dal denaro, soprattutto quando entrano in gioco le multinazionali: pensate alla Estrella Damm Inedit realizzata con lo chef Ferran Adrià o alle regionali di Moretti per le quali è stato scomodato lo stellato Claudio Sadler.
La collaborazione di oggi è invece tra quelle da portare ad esempio: nel 2011 la Brouwerij Rodenbach (fondata nel 1821 e dal 1998 di proprietà della Palm) annuncia una birra realizzata assieme allo chef stellato Viki Geunes del ristorante 't Zilte di Anversa. La Rodenbach Vintage che matura per due anni nei grandi “foeders” di legno viene sottoposta ad un’ulteriore fermentazione e maturazione di sei mesi in compagnia di lamponi, ciliegie e mirtilli rossi: nasce così la Caractère Rouge, che subisce anche la rifermentazione in bottiglia.
La nuova nata in casa Rodenbach si aggiunge alle altre che, ricapitolando, sono: la Rodenbach "base", ovvero un blend del 75% di birra fresca e 25% blend di birra invecchiata nei diversi tini di legno; la Grand Cru, formata dal 34% di birra giovane e dal 66% blend di birra invecchiata nei 294 foeders che il birrificio possiede; la Rodenbach Vintage, birra 100% invecchiata sino a due anni in un unico foeder, senza che avvenga nessun blend.
Nel 2011 vengono prodotte circa 900 bottiglie da 75 centilitri di Caractère Rouge, disponibili nel ristorante stellato di Viki Geunes che si trova al nono piano del museo MAS di Anversa; la birra ottiene grandi apprezzamenti e nel 2012 le bottiglie prodotte salgono a 10.000, metà delle quali destinate all’esportazione, con una percentuale predominante verso gli Stati Uniti dove le birre acide hanno una richiesta di mercato sempre più crescente. Al di là di quello che è arrivato da quando la Palm ha preso il controllo di Rodenbach, e parliamo di pastorizzazioni, colorazioni e addolcimenti con caramello, quello che conta alla fine è sempre il risultato di quanto c’è nel bicchiere, e in questo caso è assolutamente eccezionale.
La birra.
La bottiglia in mio possesso, che credo sia l’edizione 2013, ha una bel foglietto pieghevole dall’effetto “vintage” legato al collo con uno spago; sopra la carta, un adesivo in rilievo con il logo Rodenbach a simulare l’effetto visivo di un sigillo di ceralacca.
L’aspetto della confezione-bottiglia è suggestivo ma lo stesso non si può dire della birra nel bicchiere: ambrato piuttosto torbido, riflessi rossastri abbastanza spenti, un dito di schiuma biancastra, un po’ grossolana e rapida nello svanire. Niente paura, basta chiudere gli occhi ed avvicinare le narici al bicchiere per essere immediatamente trasportati in un mondo di intensi profumi dove convivono legno, ciliegia e lamponi, vaniglia e richiami lontani ad una torta di panna/yogurt e frutti di bosco rossi. In sottofondo sentori floreali di violetta, il dolce dell’aceto balsamico e l’aspro dell’aceto di mela, una punta lattica. Al palato c’è una splendida alternanza tra le note dolci di caramello, ciliegia, aceto balsamico e quelle aspre di frutta acerba, subito incalzate da un dolce che ricorda di nuovo una pasticceria ai lamponi ai quali risponde un nuovo passaggio aspro di amarene; le note vinose di ciliegia si confrontano con quelle acetiche e lattiche, a comporre un finale molto finale secco e rinfrescante, impreziosito da richiami al legno. L’equilibrio e la pulizia sono impeccabili, così come la pienezza e la fragranza della frutta, nonostante siano passati alcuni anni dalla messa in bottiglia. Impossibile indovinarne il contenuto alcolico (7%): la Caractère Rouge di Rodenbach scorre con una facilità impressionante, nonostante questa bottiglia avrebbe probabilmente tratto beneficio da qualche bollicina in più. Ci vuole senz’altro più tempo a descriverla che a berla, perché dietro alla semplicità di bevuta si cela un’emozionante complessità non difficile da decifrare.
Mi soffermo sul termine “emozione”: spesso sul blog mi è capitato di scrivere di birre “buone ma poco emozionanti”, ben conscio di quanto quest’affermazione possa essere soggettiva o anche solo dettata dal mio stato d’animo al momento della bevuta. Ci sono però dei rari casi in cui l’emozione diventa oggettiva, esempi in cui la birra non può altro che essere definita come “un’emozione in un bicchiere”: ecco, parole più appropriate non trovo per descrivere la Rodenbach Caractère Rouge, il cui biglietto vale assolutamente ogni centesimo del prezzo.
Formato: 75 cl., alc. 7%, scad. 17/04/2016, 14.50 Euro (food store, Francia)NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio della bottiglia in questione e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
Gran bella descrizione.
RispondiEliminaIl prezzo che tra l'altro è uguale a quello del mercato italiano, è un pò osceno visto che in Belgio la si trova a 7€...