Kjetil Jikiun, ex pilota di aerei diventato birraio co-fondatore nel 2002 del birrificio norvegese Nøgne Ø, non ha mai nascosto il suo amore per il Giappone. Nel 2010 Nøgne è stato il primo birrificio europeo a produrre saké ottenendo anche il riconoscimento della Japan Sake Brewers Association, un onore - leggo in rete - che non viene quasi mai concesso a chi produce fuori dal Giappone.
Dopo un periodo di apprendistato alla Daimon Shuzo di Osaka, un famoso produttore giapponese, Jikiun lanciò in Norvegia tre tipi di sakè, uno dei quali prodotto con la tecnica di fermentazione "Yamahai" che consiste nel lasciare che il riso bollito (qui importato da Hokkaido) produca spontaneamente una "pellicola" di batteri lattici.
Kjetil Jikiun ha lasciato Nøgne nell'agosto 2015 dopo una serie di divergenze con i soci della Hansa Borg che lui stesso ha spiegato in questo sfogo, parlando di "mediocrità"; chissà se aveva immaginato questo scenario quando a novembre 2013 decise di vendere il 54% del capitale al secondo più grande birrificio norvegese che ha anche la licenza di produrre la Heineken per il mercato locale. Oggi Kjetil abita sull'isola di Creta dove ha fondato la Grapes and Gratification che, nei prossimi mesi, dovrebbe far debuttare oltre al vino anche la sua prima birra chiamata "Σολο".
Con il suo addio sono anche terminate la produzioni della serie "Horizon", birre molto costose e faticose da produrre che avevano riscosso grande successo ma che forse mal si sposavano con la visione commerciale di un birrificio controllato da una grande azienda. Oltre alle massicce imperial stout Dark Horizon, un altro degli esperimenti di Jikiun è rappresentato dalle tre Red Horizon: si tratta di birre che vengono fermentate con un ceppo di lievito di saké, per la precisione quello "numero 7" elaborato dai laboratori del birrificio giapponese Masumi, isolato per la prima volta nel 1946 e arrivando poi ad essere utilizzato dal 60% dei produttori di Saké giapponesi.
La prima Nøgne Red Horizon venne prodotta nel 2009 e commercializzata nel 2010, con un considerevole ABV del 17% che fu poi abbassato a 13.5% per la seconda edizione prodotta a fine 2011 e messa in vendita nel 2013; nello stesso mese dello stesso anno arrivò anche la Red Horizon numero 3, 12.5% ABV, lievito numero 9 di Masumi e fermentazione per 10 settimane a bassa temperatura. Ed è proprio questa la protagonista di oggi.
La birra.
Packaging molto curato come per tutte le Horizon, la bottiglia arriva in un elegante cilindro metallico ed è anche incartata, all'interno. Nel bicchiere non è invece bella quanto la sua confezione: colore ambrato scarico e un tentativo di schiuma biancastra che si dissolve quasi sul nascere. Il naso è abbastanza complesso e di non facile lettura: convivono cuoio e pellame, salmastro, riso bollito, uvetta e zucchero caramellato, marmellata d'arancia, dettagli di frutti rossi (fragola, lampone?) e note ossidative sia negative (cartone bagnato) che positive (vino liquoroso, porto); c'è anche un lieve sottofondo "vegetale" proveniente da quello che rimane della generosa luppolatura (100 gli IBU dichiarati) dopo oltre quattro anni. Al palato arriva invece calda e avvolgente, oleosa, con poche bollicine ed un corpo medio: l'inizio è dolce di caramello, biscotto, uvetta e prugna, marmellata d'arancia ed albicocca, frutta candita. In sottofondo una nota affumicata accompagna la bevuta dall'inizio alla fine, mentre l'ossidazione, come nell'aroma, porta in dote richiami di vino liquoroso. Attenuazione ed acidità contribuiscono a mantenere il livello del dolce nei limiti del consentito, non c'è amaro ma un retrogusto molto avvolgente che riscalda e rincuora a colpi di vino liquoroso, toffee e frutta sotto spirito. Birra piuttosto complessa che ci mette più di qualche minuto ad aprirsi nel bicchiere e a rivelarsi nella sua pienezza; i 25 cl. della bottiglia sono una quantità assolutamente appropriata da sorseggiare senza grossi sforzi in un dopocena invernale nel quale si ha bisogno di essere riscaldati e "coccolati".
Formato: 25 cl., alc. 12.5%, IBU 100, lotto 742, imbott. 20/12/2011, scad. 20/12/2016, 13.50 Euro (Vinmonopolet, Norvegia).
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio della bottiglia in questione e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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