Con il Ventunesimo emendamento, il 5 dicembre del 1933 veniva messa in moto la procedura costituzionale che avrebbe portato alla rimozione del Proibizionismo negli Stati Uniti, stabilito dal Diciottesimo emendamento del 17 Gennaio 1920, e che vietava di produrre, vendere ed importare bevande alcoliche. In quanto città costiera e portuale, pare che a San Francisco il proibizionismo fu comunque vissuto in maniera abbastanza marginale: era infatti facile fare arrivare di notte alcolici su imbarcazioni provenienti dal Canada che venivano poi rapidamente distribuiti nei bar per essere serviti nei retrobottega ai propri clienti. Il riferimenti al "21st Amendment" è comunque un fortissimo richiamo per chiunque voglia dare un nome alla propria azienda che produce alcolici. I primi ad accaparrarselo, negli Stati Uniti, sono stati Nico Freccia e Shaun O'Sullivan, che nel 2000 fondano la 21st Amendment Brewery nel distretto South Park di San Francisco, a pochi isolati dello stadio di baseball (AT&T Park) nel quale si esibiscono i Giants, inaugurato peraltro nello stesso anno. Nico a Shaun s'incontrano nel 1995 proprio a San Francisco, "esuli" dalla California del sud. O'Sullivan, con un passato da fotoreporter per un settimanale di Los Angeles, si era spostato a Berkley dove aveva lavorato come assistant brewer alla Triple Rock Brewery ed alla 20 Tank Brewery; Freccia era invece un appassionato homebrewer che cercava fortuna a Los Angeles come attore e scrittore. Dopo qualche esperienza nella ristorazione, ammette di essersi spostato nella Bay Area frustrato dalla mancanza di cultura birraria della Los Angeles degli anni novanta. I due si conoscono, frequentano assieme alcuni corsi per la produzione della birra e decidono di dare forma al loro progetto di aprire un brewpub con annesso ristorante.
Nel 2005 una visita alla Oscar Blues in Colorado, dopo aver partecipato al GABF, convince Nico e Shaun ad utilizzare le lattina come unico contenitore per le loro birre la cui immagine grafica, davvero molto bella, viene progettata dalla TBD Advertising di Bend, Oregon.
Quattordici anni dopo la sua nascita, 21st Amendment si trova ancora nella sede originale al numero 256 di and Street; il limitato spazio a disposizione non rende chiaramente possibile soddisfare tutta la domanda dei distributori ma solamente quella del brewpub. Sebbene le ricette delle birre vengano progettate e testate al brewpub di San Francisco, la produzione vera e propria (e la messa in lattina) avviene invece alla Cold Spring Brewing Company, in Minnesota, a 3000 (!) chilometri di distanza.
Contract Brewer, Beer firm? "Io vado là ogni mese a fare la birra, approvvigioniamo noi tutti gli ingredienti; è come se io venissi a casa tua e cucinassi le mie lasagne usando solo il tuo forno", dice Sullivan. Il birrificio ha comunque già annunciato un grande progetto di ampliamento da 21 milioni di dollari che consisterà nella costruzione di una nuova sede a San Leandro, dall'altra parte della baia di San Francisco, nella vecchia fabbrica di cereali Kellogs, che chiuse nel 1995 lasciando a casa 325 dipendenti. Il nuovo spazio (con annesso ristorante, tasting room e spazio per eventi), dovrebbe essere inaugurato nel 2015 e si trova ad un solo chilometro di distanza dalla Drakes Brewing Company.
Dal vasto portfolio di birre prodotte in questi quindici anni da 21st Amendment, ecco la Double IPA chiamata Hop Crisis! Medaglia d'argento al GABF del 2010, nella categoria delle Imperial IPA, nacque come una reazione alla scarsa disponibilità (ed all'aumento dei prezzi) di luppolo: "la nostra decisione allora fu di fare la birra più luppolata e più forte che potessimo immaginare". La grafica della lattina fa riferimento all'isola di Alcatraz, situata di fronte a San Francisco ed al suo famosissimo ex-penitenziario: contro la scarsità dei luppoli in commercio si leva il grido Free the Hops! (liberate i luppoli).
Hop Crisis! viene prodotta ogni anno con un mix di luppoli diversi a seconda della loro reperibilità; l'edizione 2014, rilasciata lo scorso luglio, annovera Saaz, Citra, Amarillo ed una nuova varietà di luppolo australiano ancora senza nome; i malti dovrebbero essere Pale, Munich e Dextrose, per un ABV di 9.7% e 94 IBU. La birra viene poi messa a maturare su spirali di quercia.
Nel bicchiere si presenta di colore dorato, appena pallido e velato: la bianca schiuma è compatta, cremosa e fine, molto persistente. L'aroma è fresco e pulito anche se non particolarmente intenso: pompelmo, arancio, melone rosa, mango; in sottofondo il malto (crosta di pane), sentori di alcool e una lieve presenza di marmellata d'agrumi. Buona presenza in bocca, copro medio, carbonazione medio-bassa ed una base di malto abbastanza solida (pane) a supportare l'abbondante luppolatura; la parte centrale della bevuta è fruttata (pompelmo, tropicale) ed irrobustita dall'alcool che fa sentire la sua presenza se mai andare oltre il dovuto. Il risultato è una birra molto solida e pulita che si sorseggia abbastanza bene ma che ha una bevibilità molto più limitata rispetto ad altre (migliori) Double IPA della West Coast; l'amaro fa quasi fatica ad essere protagonista, trovando solo una valvola di sfogo, neppure troppo intensa, in un finale terroso, e resinoso (pungente), con qualche lieve note legnosa. Per una lattina che dopo essere stata prodotta in Minnesota ha viaggiato tremila chilometri per tornare nella città in cui è stata ideata (San Francisco), non è comunque niente male.
Formato: 35.5 cl, alc. 9.7%, IBU 94, lotto ZN130037, scad. 11/10/2014, pagata 2,64 Euro (3,49$ negozio di alimentari, USA)
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