A Nørre Aaby, quaranta chilometri ad ovest di Odense, trova sede la Indslev Bryggeri: fondata da Frederick Christian Rasmussen nel 1897, si è specializzata nella produzione di birre di frumento, un categoria particolarmente popolare in tutta la Danimarca. La progressiva riduzione dei consumi ne ha però determinato la fine della produzione nel 1973; l'azienda ha comunque continuato a produrre bibite e soft drink sino al 1990, anno della sua chiusura.
Ad Aprile del 2006, il nipote del fondatore, Donald Busse Rasmussen, riapre il birrificio dopo il restauro dello stabile ed il rinnovamento degli impianti; dalla Baviera viene chiamato il birraio Stefan Peter Stadler.
La piccola Danimarca ospita più di cento microbirrifici, ma la maggior parte di essi producono sostanzialmente birre d'ispirazione tedesca (lager, bock e weizen) destinate al consumo locale; i produttori che vanno oltre questo cliché e spaziano tra la tradizione anglosassone e quello belga sono solo una minoranza, e i migliori arrivano di tanto in tanto anche sugli scaffali dei beershop italiani. Mi riferisco ad esempio ad Amager, Hornbeer, Fanø tra i produttori, Mikkeller, To Øl e Beer Here tra le beerfirm. Evidentemente anche in Danimarca (non pensate solo a Copenhagen, però!) è in crescita la voglia di novità da parte dei consumatori, e così alla Indslev decidono di dare vita ad un marchio parallelo, la "fittizia" Ugly Duck Brewing Co.
Donald Rasmussen chiama ad aiutarlo l'esperto (e vincitore di numerosi premi) birraio Martin Jensen, fondatore della Raasted Bryggeri; Ugly Duck apre le porte a marzo 2012 e, nella classifica di fine anno della Danske Ølentusiaster, riesce subito a piazzare due birre al primo posto delle uniche due categorie esistenti: birre con contenuto alcolico in percentuale inferiore al 5.9% (la Simcoe & Chinook IPA) e superiore al 6% (la Ugly Duck Imperial Vanilla Coffee Porter). L'anno scorso la IPA ha fatto il bis, mentre nella categoria "più alcolica" Ugly Duck si è dovuta accontentare di piazzare al quinto posto l'imperial stout chiamata Putin (!).
Eccola qua, allora, la Ugly Duck Imperial Vanilla Coffee Porter, ispirata da un viaggio in Canada e da una sosta allo Sherbrooke Liquor Store di Edmonton, dove immagino che Rasmussen abbia avuto l'occasione di assaggiare qualche gustosa imperial stout o porter. La ricetta include malti Pilsner, Caramel, Chocolate e Black, segale, avena, caffè, baccelli di vaniglia e luppoli Magnum e Nelson Sauvin.
Nera, forma un bel cappello di schiuma compatta e cremosa, dalla trama molto fine, color beige e molto persistente. L'aroma è abbastanza semplice ed elegante, pulito: caffè liquido e macinato, vaniglia, cioccolato al latte, orzo tostato ed una lieve presenza etilica. Benissimo in bocca, morbida ed oleosa, dal corpo medio, poche bollicine; anche il gusto è relativamente semplice e non offre grosse sorprese: tostature, caffè, liquirizia, un gradevole tepore alcolico e lievi note di cenere. L'inizio è a tutto caffè, molto intenso ed amaro, con la bevuta che cala progressivamente d'intensità sfociando in un finale etilico (quasi bourbon) dove si avvertono tutti i 10 gradi. Semplice e monotematica, dicevo, ma molto solida: non è senz'altro tre le migliori imperial porter/stout che ho bevuto, ma si sorseggia con buona soddisfazione.
Formato: 33 cl., alc. 10%, scad. 20/02/2015, pagata 8.54 Euro (Vinmonopolet, Norvegia).
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